Ecco i soldi, ecco pure i soldati: del resto, come ripete spesso il premier, «siamo in guerra». E dunque, stanziati quasi tre miliardi subito per la campagna nazionale di immunizzazione, triplicati i fondi per i ristori, scelti dal generale Figliuolo i siti per la vaccinazioni, uno ogni 40mila abitanti. Se serve, si battono i pugni con la von der Leyen, o si prende di petto Big Pharma quando non rispetta i protocolli. Con qualche successo, pare, visto che la distribuzione sta per riprendere. Per la fine del mese arriverà «una gran quantità di dosi», annuncia il nuovo commissario all'emergenza Covid, cioè oltre sette milioni. Forze armate e Protezione civile si occuperanno «dell'ultimo miglio», il più delicato, la somministrazione a tappeto. Oggi tre fiale su quattro di AstraZeneca rimangono il frigorifero.
Insomma, «ora si fa sul serio». Dopo una gestazione più lunga del previsto, la fase due dell'esecutivo può cominciare. Certo, i partiti hanno faticato parecchio a mettersi d'accordo sui sottosegretari, due forze importanti della maggioranza come Pd e Cinque stelle sono in crisi nera, Nicola Zingaretti si è addirittura dimesso, ma i terremoti politici non hanno nemmeno scalfito la saldezza del governo. Draghi nel frattempo ha accompagnato alla porta Arcuri e Borrelli, ha rivoluzionato la struttura di contrasto alla pandemia, ha cambiato l'approccio comunicativo, facendo parlare, poco, i ministri interessati.
Adesso però il presidente del Consiglio ha deciso che è giunto il momento di apparire in pubblico. Lunedì mattina infatti sarà al Quirinale per le celebrazioni del giorno internazionale della donna e nel pomeriggio parteciperà con un videomessaggio alla conferenza sulla parità di genere organizzata dalla ministra Elena Bonetti. Poi, due uscite di alto valore simbolico. Venerdì Draghi visiterà un centro vaccinale a Roma e la settimana successiva, giovedì 18, volerà a Bergamo, epicentro della tragedia, per la cerimonia in occasione della giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus. Non sarà soltanto un viaggio della memoria, spiegano da Palazzo Chigi, ma «un messaggio di speranza».
«Mario Draghi? Un tipo davvero tosto», raccontano alcuni ministri politici. Determinato, preso dalla sfida, però calmo, padrone della situazione. Come quando riceve il sottosegretario Franco Gabrielli per parlare degli sviluppi nel Congo. E anche il vertice pomeridiano con il suo pacchetto di mischia - il ministro dell'Economia Daniele Franco, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il generale Francesco Paolo Figliuolo, il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli - ha un taglio molto operativo. Argomento principale, i vaccini. Troppe lentezze finora, troppe differenza tra una Regione e l'altra persino nei criteri di precedenza. Scarso pure il ruolo dei medici di famiglia e nemmeno il bando di Conte per assumere infermieri è andato bene. Il premier vuole velocità e efficacia: l'idea è di creare un hub a Pratica di Mare per stoccare le fiale prima della distribuzione sul territorio. Inoltre si sta seriamente studiando l'ipotesi di estendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca agli ultra sessantacinquenni e di acquistare il russo Sputnik.
Intanto i numeri peggiorano, abbiamo superato i tre milioni di casi. Nei prossimi giorni l'andamento del contagio potrà spingere il governo a prendere decisioni difficili, a stringere le chiusure.
Si parla di Italia rossa a Pasqua, di coprifuoco come a Natale. Prima però Draghi vuole valutare l'effetto delle ultime misure e preparare una rete di protezione per gli imprenditori e gli esercenti che verranno colpiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.