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"Fate più figli per la Patria". La campagna del Cremlino contro il crollo demografico

Le politiche hanno fallito. Niente soldi per gli incentivi. Richiamo ai valori tradizionali

"Fate più figli per la Patria". La campagna del Cremlino contro il crollo demografico
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Costruire famiglie solide e numerose, con genitori giovani e consapevoli dell'importanza dei "valori tradizionali russi". È questo il messaggio che il Cremlino, sempre più preoccupato dei trend demografici negativi e delle loro disastrose ricadute sulla società, sta lanciando dai suoi canali ufficiali. Un problema serio, comune alla quasi totalità delle nazioni europee. Nella dittatura russa, però, il messaggio "fate più figli o avremo tutti problemi" assume i toni della propaganda e diventa "date figli alla Patria".

Il calo della popolazione in Russia è un problema di lunga data. Già in epoca sovietica, vuoi per la scarsa propensione a procreare e il diffuso ricorso all'aborto di Stato come metodo contraccettivo, vuoi per la drammatica piaga sociale dell'alcolismo che fin d'allora riduceva l'età media della morte dei maschi russi a poco più di sessant'anni (oggi sono ufficialmente 68, a fronte degli 81 in Italia), la popolazione non cresceva o cresceva pochissimo. Sta di fatto che nella sterminata Russia abita oggi lo stesso numero di persone di quarant'anni fa: circa 145 milioni, inclusi i due milioni della Crimea annessa a forza.

Ancora negli anni Ottanta, Andropov prima e Gorbaciov poi lanciarono campagne contro la vodka facile. Già allora, il Cremlino cercava invano di invertire la rotta negativa dei dati demografici con misure d'incoraggiamento alla natalità. Negli ultimi anni, però, Vladimir Putin ha accentuato l'insistenza sul tema. E ieri la portavoce del Consiglio Federale ha dettato la linea del regime in termini ideologicamente appropriati.

"Bisogna cambiare atteggiamento mentale ha detto Valentina Matviyenko riecheggiando Benito Mussolini e il duce rosso rumeno Nicolae Ceausescu - Dovrebbe essere considerata una persona di successo chi ha una buona, coesa, ampia e forte famiglia". Il numero è forza, dunque fare tanti figli per la patria, e farli presto: "Dovrebbe diventare la norma avere dei bambini appena diventati adulti, e non a 28-29 anni com'è comune adesso".

Matviyenko ammette che le misure fin qui tentate dalle "unità di forze speciali per la demografia" da lei coordinate hanno fallito, e che nel disfunzionale bilancio dello Stato russo attuale i soldi per incoraggiare le coppie ad avere figli sono pochi. Da qui l'insistenza sulla promozione dei cosiddetti "valori tradizionali russi": famiglia, patriottismo, fede ortodossa come cemento del sentimento nazionale. Insomma, se in epoca sovietica si martellava fin dall'asilo sui valori leninisti, oggi "sono necessari sforzi sistematici per coltivare e rafforzare i valori tradizionali e appropriate linee guida morali e spirituali".

Matviyenko dimentica qualcosa? Diremmo proprio di sì. A cominciare dai 300mila giovani uccisi in quattro anni di guerra al fronte ucraino, agli altri circa 900mila feriti o mutilati, senza dimenticare i 700mila fuggiti all'estero per non indossare la divisa: un discreto colpo alla demografia russa. Per proseguire con l'altra faccia del martello propagandistico: quella giudiziaria, che sbatte in galera chiunque critichi la guerra all'Ucraina o "sostenga valori indesiderabili".

Basta un post di disapprovazione online per beccarsi otto anni di galera, com'è appena successo al 36enne moscovita Solim Kamina, ultimo di una lunga lista. La delazione è incoraggiata anche tra gli scolaretti, come ai "bei tempi" di Stalin. Proprio un bel clima per far figli in Russia.

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