La guerra fredda tra Lega e 5 Stelle sui vertici Rai, sul caso Fazio e sulle nomine continua. Se da una parte la Lega nei giorni scorsi con il consigliere di amministrazione Igor De Biasio aveva fatto sapere che la fiducia «a priori» nell'ad Fabrizio Salini è finita, sull'altro fronte i grillini continuano ad attaccare il Carroccio, accusandolo di voler fare il pieno di dirigenti e di voler intervenire nei programmi.
La tensione sale anche sul caso Fazio. Quattro consiglieri Rai hanno chiesto al presidente, Marcello Foa, la convocazione straordinaria del cda per chiarire la vicenda, ovvero avere delucidazioni sui motivi della chiusura anticipata di Che Fuori Tempo Che Fa. A richiedere la riunione sono Rita Borioni, Riccardo Laganà, Beatrice Coletti e Giampaolo Rossi. E poiché è avanzata da quattro consiglieri, quindi più dei tre settimi dei componenti del cda, l'istanza sarà accolta.
Le motivazioni che hanno mosso i consiglieri sono, però, differenti. Giampaolo Rossi, ad esempio, spiega di essere stato «il primo a porre la questione di un format come quello di Fazio che costa troppo, non rende quanto previsto, impatta su tutta la filiera delle reti Rai e sul palinsesto e non rispetta il pluralismo essendo una sorta di tribuna elettorale superpagata che ospita solo una parte politica. Detto questo è importante capire come si è arrivati alla cancellazione e se davvero i vertici Rai non siano stati informati». Sul futuro di Fazio, peraltro, Urbano Cairo smentisce di stare valutando un'offerta per averlo su La7. «Fazio è un bravissimo professionista, però non abbiamo mai pensato a questa cosa. Credo, comunque, che lui sia in Rai felicemente. Lo stipendio? Evidentemente qualcuno ha firmato questi contratti».
L'altra questione aperta è quella del doppio incarico di Marcello Foa, come presidente Rai e di Rai Com. La Commissione di Vigilanza si riunirà questa mattina, ma si limiterà a votare sulla calendarizzazione e con ogni probabilità il giudizio arriverà dopo le Europee, senza creare un ulteriore motivo di attrito per il governo gialloverde. In realtà l'incarico a Rai Com è stato affidato al presidente di Viale Mazzini dal cda e Foa svolge quel ruolo a titolo completamente gratuito, oltretutto percependo uno stipendio inferiore a quello di molti vicedirettori dell'azienda. Il numero uno di Viale Mazzini, inoltre, spinge affinché si facciano le nomine - per la vicedirezione di Rai Uno girano i nomi di Franco Di Mare, Maria Teresa Fiore, Franco Argenziano e Milo Infante - affinché l'azienda sia nella sua piena operatività, ma la questione è in capo all'amministratore delegato. L'impressione diffusa è che si stia creando un asse Cinquestelle-Pd, con la dirigenza di lungo corso legata al centrosinistra in cerca di sponde presso M5S.
Intanto sembra sfumare il ritorno in Rai di Daniele Luttazzi, fortemente voluto da Carlo Freccero. Come rivela Repubblica, il comico avrebbe chiesto 100mila euro a puntata per 800mila euro complessivi. Una cifra fuori budget e una richiesta inattesa che lo stesso direttore di Rai Due avrebbe rispedito al mittente.
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