Oggi, per Mike Manley, si presenta una giornata complessa. Nel pomeriggio, infatti, affronterà la comunità finanziaria nella sua nuova veste di ad di Fca: è atteso l'azzeramento del debito industriale.
A dargli manforte ci sarà il cfo Richard Palmer, braccio destro di Sergio Marchionne per tutte le questioni finanziarie e, fino a sabato scorso, indicato tra i possibili successori. Numeri della seconda trimestrale e della semestrale a parte, Manley sarà sollecitato dagli analisti a dare le prime indicazioni di come intende affrontare il mandato. Ieri il manager inglese ha riunito nuovamente il Gec (Group executive council) per preparare il suo intervento.
Subentrare a un uomo come Marchionne, capace di agire contemporaneamente su più fronti e ultra accentratore, è un'impresa non facile. Manley, in proposito, dovrà convincere subito il mercato. Tanti i temi aperti. E ora, con Fca chiamata a voltare radicalmente pagina con 9 mesi di anticipo rispetto ai programmi, l'attenzione del mercato si concentrerà soprattutto sulla ricerca del partner.
«Un socio cinese sarebbe l'ideale - commenta un osservatore - in quanto garantirebbe il massimo sviluppo grazie a un'iniezione di nuove energie. Il problema resta la Casa Bianca che potrebbe non accettare, a causa delle forti tensioni con Pechino, una soluzione del genere. Ritengo che un accordo debba essere stretto non oltre i prossimi 12-18 mesi, visto l'attuale punto di valore molto alto del gruppo. Il rischio, infatti, è che possa scendere. Anche i coreani di Hyundai-Kia sarebbero un buon partner. Se invece Fca finisse a General Motors o a un costruttore tedesco, si andrebbe incontro alla perdita di quel poco di italianità ancora rimasto».
Lungo l'asse Torino-Auburn Hills ci si chiede, intanto, a chi Manley, che attualmente detiene l'interim, affiderà la regione Emea (Europa, Africa e Medio Oriente) dopo le dimissioni di Alfredo Altavilla. Importante, al riguardo, sarebbe mantenere al vertice del mercato europeo un manager italiano, al quale toccherà anche confrontarsi con i sindacati e le istituzioni del nostro Paese. Oltre a occuparsi dell'armonizzazione degli stabilimenti. Dunque, un conoscitore di questa realtà.
Il presidente del Lingotto, John Elkann, potrebbe guardare a Pietro Gorlier, capo di Magneti Marelli (società ormai verso una nuova vita sotto l'egida diretta di Exor) e Mopar, ma anche a Davide Mele, attuale deputy coo Emea, quindi già inserito nell'ambiente, e ad Antonio Filosa, ora responsabile dell'importante mercato latino-americano.
Di certo il neo ad di Fca, Manley, quest'anno salterà le ferie: dovrà infatti subito passare all'azione e dare forza al piano industriale. In agosto potrebbe anche avviare un rimescolamento delle carte ai vertici di alcune funzioni per essere pronto, in settembre, a fornire informazioni concrete sui nuovi modelli e gli impianti dove nasceranno. Non sono solo gli operai italiani a essere sulle spine, anche in Serbia (sembra che la fabbrica sia sta offerta tempo fa ai soci turchi di Tofas) chiedono chiarezza sul destino del sito che produce la Fiat 500L. E lo stesso vale per Tychy, in Polonia.
I due marchi premium Alfa Romeo e Maserati, poi, necessitano di una nuova piattaforma più ampia, mentre per l'ipotetico scorporo di questo polo bisogna attendere che Alfa Romeo
faccia margini.Nessuna novità, infine, su Marchionne, il quale versa in stato di coma irreversibile a Zurigo. In Borsa, ieri, titoli della galassia Agnelli in ripresa: Fca +2,4%, Ferrari +0,4%, Cnh I +3,6% ed Exor +1,6%.
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