Per Fca riparte il toto alleato E Di Maio fa lo scaricabarile

E se Fca e Renault si riavvicinassero? Fonti vicine al Lingotto, nelle ore successive alla rottura dei negoziati per la fusione dei due gruppi, hanno dichiarato «morto» il progetto. Nel mercato, però, c'è chi considera, quello avvenuto mercoledì notte, un «incidente». Lo pensa, tra gli altri, Stefano Aversa, vicepresidente globale di AlixPartners. «Gli importanti vantaggi industriali e finanziari di una possibile fusione Fca-Renault rimangono - afferma -; ritengo che l'operazione debba essere considerata sospesa, ma non ancora finita. Dalle dichiarazioni iniziali delle parti industriali e del governo francese è chiaro che quest'ultimo era informato e favorevole in principio all'operazione. I problemi sono cominciati a emergere nella discussione di altre garanzie e richieste preliminari, e nella volontà di mantenere Nissan nell'alleanza attuale». «Fca - aggiunge Aversa - ha ovviamente il suo piano di sviluppo organico che potrà continuare anche senza la possibile accelerazione e rinforzo della proposta fusione con Renault. Tutti i costruttori hanno di fronte le sfide dell'auto del futuro e continueranno a studiare alleanze specifiche o a largo raggio».

C'è attesa, intanto, per l'esito dell'incontro, in Giappone, tra il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, e l'ad di Nissan, Hiroto Saikawa. Quest'ultimo, ha ribadito che il management di Yokohama «aveva bisogno di più tempo per valutare i pro e i contro della proposta», giustificando così l'astensione sulla fusione degli alleati di Renault con Fca. «Sono aperto - le parole di Saikawa - all'espansione dell'alleanza, ma chiunque sarebbe stato prudente se il partner fosse cambiato improvvisamente con un gruppo diverso». A John Elkann, presidente di Fca, sono fischiate le orecchie: anche dal Giappone gli viene rimproverata l'eccessiva fretta nel voler ottenere il sì alle nozze.

E sui rapporti con i francesi: «Sono favorevole a continuare le discussioni, e questo non è cambiato. Ma Nissan rimane focalizzata sul miglioramento della redditività». Resta il fatto che Renault ha tenuto Nissan all'oscuro nei passi iniziali delle trattative con Fca, problema che ha finito per allargare la spaccatura nelle già complicate relazioni franco-giapponesi. Le Maire e Saikawa parleranno di questo, per passare poi ad analizzare il flop con Fca.

In questo scenario, si profilano giorni difficili per il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, la cui poltrona è vista vacillare. Gli viene rimproverata la gestione del piano di rafforzamento dei legami azionari con Nissan, respinto dai giapponesi, e la debolezza mostrata sul fronte Fca, che ha di fatto esposto la voce sproporzionata dell'Eliseo (primo azionista con il 15%) in Renault, fattore che rischia di allontanare ulteriormente Nissan e Mitsubishi dall'idea di creare un tutt'uno con Parigi.

Da Roma, il governo italiano fa capolino dopo essere stato spettatore di tutta la telenovela Fca-Renault. A parlare è Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo, dal quale si sarebbe atteso, nel momento clou delle discussioni, un segnale forte, viste le ricadute sul «sistema Paese» del piano di fusione. Di Maio punta il dito contro l'Eliseo: «È l'interventismo di Stato - accusa - l'origine dello stop alle nozze. Neanche Renault è tanto contenta di questo. Quella era un'operazione di mercato».

Le sale operative, da parte loro, guardano alle future strategie di Fca. Un pensierino a Gm? Difficile, visti i tagli agli impianti negli Usa adottati dalla numero uno Mary Barra. I tedeschi? Stanno facendo sistema tra loro. Un colosso cinese? Fca potrebbe mettere a disposizione i propri impianti per favorirne lo sbarco in Europa. Per gli Usa, antipatie e dazi di Donald Trump a parte, il fatto di essere assenti da quel mercato porterebbe però, come dote da Pechino, investimenti e lavoro.

Ecco, nell'ordine, i partner ideali secondo un analista: Renault, Groupe Psa, Hyundai-Kia e Honda. «Gli occhi su di noi? Tutti ci osservano e va bene così», ha commentato l'ad Mike Manley in chiusura dell'incontro di giovedì con i lavoratori di Fca. Le Borse ieri: -0,34% Fca, +1,56% Exor, +2%, Renault e 1,5% Nissan.