S ilvio Berlusconi spiazza il suo gruppo dirigente, ribadisce di non avere alcuna intenzione di farsi da parte e, anzi, fa capire di voler puntare a nuovi accordi con Matteo Salvini. «Forza Italia è destinata a stare con la Lega o attraverso un'alleanza o con una lista unica», dice ai suoi, «con Salvini sono in costante contatto. Mi è sembrato interessato a ragionare sull'ipotesi di una federazione di centrodestra». Il giorno dopo la riunione di Palazzo Grazioli, Forza Italia si risveglia con la consapevolezza che il presidente del partito sta valutando seriamente l'ipotesi di creare un contenitore unico e sposare la prospettiva di un centrodestra unito. Per molti questa opzione suona come la fine di Forza Italia, il timore di una dismissione è percepito in maniera forte, c'è chi si chiede se in questo modo non si rischi di ammainare la bandiera del dialogo con il ceto medio e di essere fagocitati dalla Lega.
C'è chi guarda al Consiglio nazionale del 25 giugno - che dovrebbe indicare la futura squadra di coordinatori - e al congresso da tenere entro fine anno come il luogo in cui avviare un confronto sul futuro. L'ipotesi di creare tre coordinatori per aree geografiche convince solo parzialmente. Si parla di Sestino Giacomoni per il Nord, Mara Carfagna per il Centrosud, Gianfranco Micciché per il Sud. C'è chi vorrebbe un coordinatore unico eletto, una ipotesi che determinerebbe la trasformazione del partito carismatico in qualcosa di diverso. «Berlusconi ha sparigliato, ha voluto dare un segnale a tutta la sua classe dirigente, ha scelto una linea dura» racconta una dirigente azzurra. Matteo Salvini getta acqua sul fuoco. «Il partito unico del centrodestra non è all'ordine del giorno». E a chi gli chiede se c'è stato un incontro con Silvio Berlusconi per fondere Forza Italia e Carroccio, Salvini replica: «No, leggo tante cose sui giornali una più fantasiosa dell'altra». In realtà l'incontro c'è stato e da quanto si apprende sarebbe avvenuto la settimana scorsa a Palazzo Grazioli.
Diversi dirigenti azzurri non nascondono di sperare che si tratti di una «valutazione provvisoria», prevale insomma un certo disorientamento da parte di coloro che temono una migrazione della classe dirigente verso altri lidi. Altri ritengono che Berlusconi con questa scelta voglia dimostrare che l'ancoraggio, da lui sempre proclamato, al centrodestra resta saldo e la prospettiva è univoca.
Berlusconi parlando con i suoi dirigenti ha messo bene in chiaro la direzione che Forza Italia dovrà prendere. «Noi di Forza Italia siamo il centro pensante, operativo e insostituibile del centrodestra». Una manifestazione di intenti accompagnata da una sorta di credo, che farebbe il paio con quello «laico» di qualche anno fa. Un documento in cui viene rivendicato l'imperativo del garantismo da tutelare. Commenti ufficiali all'accelerazione berlusconiana da parte del partito non ce ne sono. L'unico è Francesco Giro che prova a cucire strappi, perplessità e umori in un unico tessuto. «Abbiamo il carisma di Berlusconi al quale dobbiamo unire la forza di un gruppo che non ha paura e che dovrà essere guidato da Berlusconi con un volto nuovo accanto come - a mio avviso - quello di Mara Carfagna. Il 6 luglio Toti promuove una sua assemblea e forse un suo movimento. Posso anche andare al Brancaccio, se si tratta di un tentativo onesto per aiutare il movimento azzurro a fare uno scatto in avanti.
Temo invece che sia solo l'epilogo per una nuova scissione che non darà frutti per il centrodestra ma lo mutilerà ancora. E anche Salvini non ha bisogno di questo per consolidarsi come federatore con Berlusconi del centrodestra nazionale».
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