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Fedina penale ripulita per Lula. Grande sfida con Bolsonaro

Lula torna d'incanto con la fedina penale immacolata e potrà candidarsi il prossimo anno alle presidenziali che decideranno chi guiderà il Brasile sino al 31 dicembre 2026

Fedina penale ripulita per Lula. Grande sfida con Bolsonaro

Lula torna d'incanto con la fedina penale immacolata e potrà candidarsi il prossimo anno alle presidenziali che decideranno chi guiderà il Brasile sino al 31 dicembre 2026, quando l'ex sindacalista avrà 81 anni. Il colpo di scena che ha cancellato con un tratto di penna le due condanne già emesse contro Lula per corruzione e riciclaggio è stato possibile grazie al giudice Edson Facchin, uno degli 11 ministri del Supremo Tribunale Federale. Era lui ad avere nelle sue mani la sorte dei processi di Lula.

Avvocato del Rio Grande do Sul, amico e alleato dell'ex vicesindaco di San Paulo, Luiz Eduardo Greenhalgh (uno degli avvocati di Cesare Battisti, il primo ad accogliere l'ex terrorista dei Proletari armati per il Comunismo a casa sua, nel quartiere paulista di Higienópolis dopo che lo stesso Lula aveva liberato il latitante a fine 2010), Facchin era stato scelto come giudice della massima corte verdeoro dall'ex presidente Dilma Rousseff. Anche ma non solo per i meriti sul campo acquisiti come difensore del Pt e della Cut, rispettivamente il partito e il sindacato fondati dallo stesso Lula, 40 anni fa. Le condanne per corruzione attiva e passiva e per riciclaggio contro Lula erano state già confermate in appello (è il caso della villa di Atibaia) e in terzo grado dal Supremo Tribunale di Giustizia (è il triplex di Guarujá) con pene detentive che insieme sommavano oltre vent'anni di carcere. Tutto inutile dall'altroieri, anzi mai esistito, così come devono ripartire da zero altri due processi in cui Lula era indagato. Il primo per le donazioni oscure (4 milioni di tangenti Odebrecht) ricevute dal suo Istituto omonimo, il secondo per il terreno su cui è stato costruito lo stesso «Istituto Lula», donato dalla stessa Odebrecht. Facchin ha cancellato tutto per «incompatibilità ambientale» perché a suo dire il tribunale di Curitiba che ha condannato Lula non era quello giusto bensì quello della capitale Brasilia. A conti fatti aveva dunque ragione Lula a dire «sono l'anima più pura del Brasile e neanche in Vaticano c'è un'anima più pura della mia» quando, in piena Lava Jato, la Mani Pulite verde-oro, il giudice Sergio Moro di Curitiba raccoglieva una montagna di prove di quello che 5 anni fa era considerato il caso di corruzione più grande della storia, quello di Odebrecht e Petrobras.

Adesso però tutto cambia e Lula già oggi farà sapere in una conferenza stampa se sarà candidato per la sesta volta alla presidenza con buone chance di vittoria, visto che gli ultimi sondaggi lo danno avanti a Bolsonaro, seppur di un margine risicato.

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