Cronache

Femministe e progressisti chiedano scusa

Tranquilli, non vi eravate sbagliati a considerare gli alpini uno dei volti più splendenti del nostro Paese, sia in tempo di guerra che di pace

Femministe e progressisti chiedano scusa

Tranquilli, non vi eravate sbagliati a considerare gli alpini uno dei volti più splendenti del nostro Paese, sia in tempo di guerra che di pace. Casomai adesso dovrà o dovrebbe chiedere scusa chi tra giornali, politici di sinistra, attricette e teatranti progressisti, tenutari di talk show rossi (ma mai di vergogna) e scrittori in disarmo in cerca di un minuto di visibilità nei tiggì della sera, per giorni li hanno dipinti come una massa di stupratori infoiati a caccia di verginelle indifese. E questo durante la loro mitica annuale adunata, quella che per anni era stata dipinta a reti e partiti unificati come la celebrazione della loro gloria passata e soprattutto presente: quella fatta di tanta solidarietà, protezione civile e aiuto a chiunque ne abbia bisogno, poveri, terremotati, alluvionati, portatori di handicap o italiani bisognosi di centri vaccinali e ospedali attrezzati per affrontare l'uragano Covid. Il tutto sempre condito con interviste a soldatesse e ufficiali donne con divisa e cappello con la penna, portate solitamente ad esempio di un corpo che aveva saputo interpretare al meglio l'emancipazione femminile. Ebbene, poi in una notte tutto si era trasformato e sulle prime pagine erano finiti i mostri stupratori che si permettevano quei cori nei quali cantavano, perfino di questo furono accusati, l'amore per le «belle bambine». Dopo Rimini fu una tempesta di accuse e partì la caccia alle denunce. Femministe, comitati e partiti di sinistra si scatenarono per ottenere alla fine il bel risultato di una, dicasi una sola denuncia presentata a fronte di un racconto che parlava di centinaia di casi di violenze sessuali consumate in quei tre giorni. Ebbene ieri la Procura di Rimini ha chiesto l'archiviazione dell'indagine sulle molestie denunciate da una venticinquenne. Anche perché nemmeno l'unica testimone oculare, la sua amica, sarebbe stata in grado di riferire particolari utili all'identificazione degli autori delle molestie. E così pure la vittima. Difficile allora accusare qualcuno di averla strattonata e attirata verso un gruppo di uomini con frasi sessualmente allusive. Meno difficile accusare di vilipendio di alpini e chiedere un processo per tutti quelli che si sono permessi di infangare la loro storia.

E sfregiare le loro anime belle.

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