Coronavirus

Ferie in mascherina. Sicilia e Sardegna dopo Ferragosto "vedono" il giallo

Numeri critici nelle isole, pure la Calabria rischia. A Palermo e dintorni spiagge vietate la sera e obbligo di green pass nelle piazze. Gli ospedali: non vaccinato il 90% dei pazienti in rianimazione

Ferie in mascherina. Sicilia e Sardegna dopo Ferragosto "vedono" il giallo

Mascherina obbligatoria anche all'aperto. In pieno agosto, in vacanza al mare o in città non è una prospettiva esaltante. Ma sono proprio le Regioni a prioritaria vocazione turistica, Sardegna e Sicilia e, anche se un pochino più distante come livello di allarme, la Calabria, a rischiare di tornare in zona gialla dalla prossima settimana, il 16 agosto, perché in quelle aree sta aumentando la pressione sulle strutture sanitarie. E se le misure di contenimento non vengono modificate la prima regola da seguire sarà quella di indossare sempre la mascherina anche all'aperto. Niente coprifuoco ma limiti più stringenti per il numero di persone sedute al tavolo e per gli eventi al chiuso.

Nel mirino delle critiche in particolare è finita la Sicilia fanalino di coda nelle vaccinazioni e poco attiva nei controlli soprattutto rispetto ai turisti stranieri che hanno invaso l'isola. A correre ai ripari per primi sono alcuni sindaci come quello di Chiaramonte Gulfi che ha stabilito l'obbligo di green pass pure per circolare in piazza all'aperto e in tutta la provincia di Palermo la notte di Ferragosto probabilmente verrà chiuso l'accesso alle spiagge.

È il monitoraggio quotidiano dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Agenas, di due giorni fa, 9 agosto, a segnalare come oltre alla Sicilia e alla Sardegna ci siano in tutto sette Regioni dove gli indicatori di rischio si stanno progressivamente alzando. I tre indicatori che impongono il passaggio nella fascia di rischio più elevato sono il numero di nuovi contagi per 100mila abitanti che non deve superare i 50; la percentuale di posti letto occupati in area medica, 15%, e in terapia intensiva, 10%. Quando una Regione sfora le tre soglie passa in giallo. Il tasso di occupazione dei ricoveri in reparti ordinari è in media in Italia del 5% ma la Sicilia è al limite (14%), seguita dal Lazio al 7%.

Per i reparti di area critica, la terapia intensiva, è la Sardegna ad aver già superato la soglia indicata per il giallo perché si trova oltre l'11%. È bene specificare che questa soglia è condizionata dalla resilienza delle strutture sanitarie: la Sardegna ha 196 posti letto disponibili in intensiva dunque con 22 ricoverati è già oltre il 10%. Si avvicinano alla soglia critica anche la Liguria, quasi al 7%, come il Lazio e la Sicilia. La Lombardia ad esempio ha 35 ricoverati in intensiva, ma la soglia del 10% è di 142 posti letto occupati, quindi al momento la situazione è sotto controllo con il 2,5% di occupazione.

Sotto la lente degli esperti sono finite Sicilia, Sardegna e Calabria dove crescono tutti gli indicatori. In Sicilia 14% ricoverati in area medica e 7% in intensiva. In Sardegna 7% posti letto in ordinari e 11% in intensiva; Calabria 11% area medica e 2% intensiva. L'incidenza dei casi sale però a livello nazionale: siamo al 68,91 casi per 100mila abitanti nella settimana 2-8 agosto e già due giorni fa è stata superata la soglia dei 70 contro i 63,65 della settimana precedente. Qui tra le Regioni che con i vecchi parametri sarebbero in giallo oltre a Sardegna (144), Toscana (126) e Sicilia (119).

E anche il bollettino di ieri conferma la crescita dei casi 5.636 i positivi in più in 24 ore. Le vittime in un giorno sono 31. Sono stati effettuati più tamponi rispetto a domenica, 241.766, e dunque il tasso di positività scende al 2,33% contro il 4% del giorno precedente quando però i tamponi effettuati erano la metà. I ricoveri aumentano nei reparti ordinari: salgono a 2.880 i posti letto occupati da pazienti Covid, 94 più di ieri. Nei reparti critici salgono a 322 con 26 nuovi ingressi giornalieri, ma con un saldo entrate uscite pari a meno uno.

E dagli ospedali confermano: il 90% dei pazienti che finisce in intensiva non è vaccinato.

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