Cronache

La Ferilli all'operaio licenziato. "Pago stipendio e spese legali"

L'attrice (con i colleghi) per la tutela di Cristello, cacciato da Arcelor dopo un post sulla serie. Spiragli dall'azienda

La Ferilli all'operaio licenziato. "Pago stipendio e spese legali"

Solidarietà reale, non solo per fiction. Sabrina Ferilli ha deciso di combattere anche fuori dal set. Lei, che ha interpretato una madre coraggio in lotta contro le malattie provocate dall'inquinamento industriale, vuole sostenere le spese legali dell'impiegato che è stato licenziato per aver semplicemente rilanciato la serie di Canale 5 su Facebook. Il lavoratore è Riccardo Cristello, 45 anni, da 20 impiegato come tecnico controllo costi all'ex Ilva di Taranto: la sua vicenda da giorni sta indignando mezza Italia e tiene banco sui social, è anche intervenuto il ministro del Lavoro Orlando per chiedere spiegazioni all'azienda. L'attrice, l'altro ieri, amareggiata, lo ha chiamato per esprimere solidarietà e per offrirgli il suo contributo per sostenere la causa in tribunale contro il licenziamento confermato ieri in un incontro con i sindacati e anche uno stipendio. Anche l'attore Michele Riondino si è offerto di prestare aiuto economico.

Cristello, per il momento, ha rifiutato l'offerta dell'attrice: «Ho una grande famiglia che mi sostiene - ha raccontato - e anche il sindacato mi sta seguendo. Ma sono stato molto lusingato dalle sue parole e mi ha dato forza e coraggio».

La Ferilli nella fiction Svegliati amore mio andata in onda nelle scorse settimane su Canale 5 interpreta il ruolo di una mamma che quando scopre che la figlia si è ammalata di leucemia ingaggia una battaglia contro l'acciaieria della città dove vive nonostante il marito (interpretato da Ettore Bassi) lavori nell'azienda. Il dilemma tra stipendio e salute è alla base della serie, come di molte intricate vicende industriali, tra cui la più nota e più eclatante dell'ex Ilva. Ma l'attuale Arcelor-Mittal non viene identificata nella fiction che è ambientata in una generica città del Sud.

I registi e ideatori Simona Izzo e Ricky Tognazzi non intendevano puntare il dito contro un'azienda specifica ma riportare all'attenzione la questione dell'inquinamento ambientale e delle devastazioni che può provocare. Certo, agli spettatori non può che richiamare alla mente il dramma di Taranto. Infatti l'azienda si è sentita chiamata in causa ritenendo lesive della propria immagine parole come «vergogna» e «assassini» contenute nel post rilanciato. Da qui la decisione del licenziamento. In serata i vertici hanno ammorbidito la linea e si sono detti disponibili a un confronto e «a fronte di adeguate scuse, a revocare il licenziamento». Sabrina Ferilli, da sempre in prima linea nelle battaglie sociali, aveva sentito il dovere di aiutare l'operaio senza volerlo sbandierare. A raccontare il suo gesto è stato il sindacalista di Taranto (Franco Rizzo, coordinatore provinciale dell'Usb) che sta seguendo la vicenda. Da oggi è stato indetto uno sciopero a oltranza in suo sostegno e il 23 la protesta di sposterà al Mise a Roma. Anche i registi Tognazzi e Simona Izzo si sono schierati in difesa dell'operaio. «Anche noi abbiamo offerto assistenza legale. Insieme a Sabrina ci siamo messi a disposizione - racconta indignato Ricky - È una vicenda surreale, non posso credere che una persona possa venire licenziata per aver fatto pubblicità a una fiction che racconta una storia comune a tanti. Tra l'altro abbiamo volutamente evitato di citare l'Ilva, abbiamo ambientato la serie vent'anni fa in un posto non identificato. Una decisione, il licenziamento, che secondo me si tradurrà in un autogol». In ogni caso, la fiction ha avuto più impatto che tante inchieste, denunce e processi. «È il potere della drammaturgia, se ascolti una notizia al telegiornale rimani sconcertato per qualche secondo, poi ti assuefai a qualsiasi cosa, anche ai morti di Covid, se invece la fai vivere in una storia lascia il segno. Il fatto è che nessuno in Italia aveva mai raccontato i veleni delle fabbriche in una fiction, l'hanno fatto all'estero per esempio con Chernobyl, e dunque questo ha un forte impatto sul pubblico.

E devo anche sottolineare il coraggio di Mediaset di mandarla in onda».

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