Coronavirus

Fermate anche l'epidemia di tuttologi

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Fermate anche l'epidemia di tuttologi

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È un paese di tuttologi, questo il virus più letale, il Tuttologia virus. La più tuttologa di tutti: Selvaggia Lucarelli. Che già che c'è attacca in un lungo articolo un virologo di fama internazionale come Roberto Burioni. Perché? Perché Burioni esce con un libro sui virus proprio adesso che si parla di virus, e quando doveva uscire, l'anno prossimo? Con un piccolo particolare a scanso di ogni equivoco venale: i proventi verranno devoluti alla ricerca scientifica. Cosa da non dare per scontato, non è che fosse dovuto. Cioè, fatemi capire: se andate da uno specialista lo pagate, se uno scienziato scrive un libro non deve guadagnare? Libro criticato anche da Sandro Veronesi, che come ha ricordato Luigi Mascheroni ha avuto sul Corriere della Sera per il suo Il colibrì cinquanta recensioni. Tuttavia Burioni ha deciso di devolvere i proventi.

Neppure questo basta: allora, si dice, Burioni è egocentrico. Cosa significhi egocentrico non si sa. Allora è egocentrico ogni scienziato divulgatore, da Richard Dawkins a Neil deGrasse Tyson. Senza contare quanto fossero egocentrici Albert Einstein, con tanto di foto con linguaccia, e Stephen Hawking, che nella sua sedia a rotelle e la sua voce sintetizzata partecipava anche alle serie tv come The Big Bang Theory, e con suoi best seller ha incassato milioni.

Egocentrico detto da una, la Lucarelli, che è fissa nei talk show a parlare di qualsiasi cosa, dalla giudice di ballo ai problemi di coppia e adesso pure di immunologia. Bibliografia scientifica di Roberto Burioni sterminata, con in più diversi libri divulgativi che hanno fatto capire l'importanza dei vaccini e l'irrilevanza dell'omeopatia a chi non ne sa niente. Bibliografia di Selvaggia Lucarelli di ben altro tipo, due romanzini acidi e semi-rosa sui suoi ex amanti stronzi, un altro su quanto sia bello mangiare, e questo è bastato perché potesse definirsi «scrittrice», tanto in Italia sono tutti scrittori.

Ma un altro aspetto della questione è che, di fronte a una minaccia, tutti vogliono essere rassicurati, altrimenti si precipita nella psicosi di massa, noi non abbiamo mezze misure. O il menefreghismo, o il panico. Si passa da chi svuota i supermercati, neppure ci fosse un'apocalisse zombie, e Attilio Fontana che fa una diretta Facebook con la mascherina, neppure ci si potesse contagiare via internet, a chi dice che in fondo non è niente, è solo un raffreddore. Le argomentazioni complesse, spesso contro-intuitive, che sono quelle della scienza, non piacciono. Tuttavia, in Italia, nessuno dice mai che non è competente in materia, che è meglio lasciare parlare gli esperti, e anche tra gli esperti bisognerebbe ascoltare solo chi è davvero esperto.

Io, comunque, dico solo una cosa: meglio morire di Coronavirus che opinionisti selvaggi.

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