Ferrara, arrestato un jihadista È il fratello del killer di Marsiglia

Chiara Giannini

Roma Lo hanno arrestato dopo giorni di ricerche e un'attenta attività di intelligence, mentre passava i bicicletta per via Bologna, a Ferrara. Anis Hanachi, il fratello dell'attentatore che alla stazione Saint-Charles di Marsiglia ha ucciso, accoltellandole e sgozzandole, le cugine Laure e Marianne, sarà ora estradato, secondo quanto spiegato ieri dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, che ha annunciato importanti sviluppi nell'indagine dopo che anche un altro fratello del terrorista e la sorella ieri sono stati arrestati in Tunisia, facendo pensare ad una cellula operativa jihadista su base familista attiva anche in Italia.

Le attività dell'antiterrorismo ora si concentrano sui collegamenti tra Italia e Tunisia. Perché i fratelli Hanachi avevano legami con Aprilia, città in cui il primo ha vissuto insieme alla moglie Ramona Cargnelutti, che attualmente si trova in Tunisia, dove vive con un altro compagno e che sarà sentita dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per associazione terroristica. La domanda a cui si cerca di dare risposta è: visto che i due fratelli avevano diversi precedenti penali ed erano già monitorati in Tunisia e in altri Paesi, come sono arrivati in Italia? Ma soprattutto, erano legati anche ad Anis Amri, l'attentatore di Berlino ucciso a Milano, anche lui giunto sulle coste nazionali a bordo di un barcone, e facevano parte di una cellula islamista che aveva o ha ancora la sua base nel nostro Paese? Chi indaga, al momento, non azzarda ipotesi. Ciò che si sa è che Anis Hanaci era probabilmente a Ferrara dallo scorso 5 ottobre e che lì aveva «solidi contatti», amicizie insomma disposte a ospitarlo e proteggerlo. Alle autorità italiane non risultava «soggetto radicalizzato», ma si è appreso della sua vicinanza al mondo islamico solo grazie alla polizia francese, che ha segnalato come lo stesso «risultasse essere un combattente jihadista nel contesto sirio-iracheno». Fu anche rispedito in Tunisia perché clandestino e da lì, nel 2014, sarebbe partito proprio per la Siria, per poi far rientro in Europa nel 2016.

La cattura, a quanto pare, è avvenuta in questo momento perché Anis aveva manifestato una «stanchezza e il fatto di non poter più andare avanti». Insomma, dichiarazioni che facevano presagire che avrebbe potuto colpire. A indottrinarlo sarebbe stato proprio il fratello Hamed.

Non sarebbe, invece, coinvolto, l'amico da cui alloggiava il terrorista a Ferrara, il quale avrebbe intuito le sue posizioni estremiste, ma ignorando i suoi legami con l'Isis. Nei prossimi giorni Hanachi, che per il momento non collabora con gli investigatori, sarà estradato in Francia.

Lui stesso non avrebbe opposto resistenza alla decisione dei giudici della Corte d'Appello e della Procura generale di Bologna. Intanto, il lavoro dell'intelligence, per riuscire a risalire ai contatti italiani dei vari terroristi europei, prosegue. La parola d'ordine è prevenzione, grazie alla quale finora sono stati evitati attentanti.

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