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Fi, Carfagna a Berlusconi: "Lo convincerò con i fatti"

L'azzurra da Fazio: «Scissioni? No, la mia associazione per allargare il campo». Il Cav studia il dossier Regionali

Fi, Carfagna a Berlusconi: "Lo convincerò con i fatti"

Mara Carfagna entra nello studio di Fazio con un regalo per la Litizzetto. «Mi piacciono le donne pestifere» dice. Cioè le donne combattive che pensano con la propria testa. E la passione la dimostra fin da subito. Confessando che la sua associazione, Voce Libera, non è una manovra contro il suo partito (Forza Italia) che anche ieri sera nello studio di Che tempo che fa ha difeso strenuamente. «Berlusconi lo convinceremo con i fatti - spiega - Ha detto che le associazioni sono inutili? Spero sia un augurio come quando tutti mi dicevano che una norma contro lo stalking era inutile. E invece è diventata per fortuna legge».

La Carfagna conferma insomma che Voce Libera è solo uno strumento per avvicinare associazioni e società civile che continuano a diffidare della politica. Sarà utile per il centrodestra. «È uno strumento - dice - per combattere la superficialità e l'improvvisazione dei politici di oggi». Nega anche traumatiche spaccature nel partito. «Appartengo a quel pezzo di Forza Italia che non si rassegna a essere terzo partito di coalizione e soprattutto rimorchio di Salvini. Il mio non è un discorso per i colleghi del partito. Non mi impegno in un dialogo tra sordi. Mi rivolgo a quell'elettorato che si riconosceva nei nostri valori e che oggi non ci vota più».

Sulla leadership del partito la Carfagna non ha dubbi. «È e resta di Berlusconi ma non possiamo vivere di rendita sulle sue spalle. Bisogna tornare a guidare i moderati». «Il mio gesto qualcuno l'ha definito coraggioso - aggiunge - Però penso che il Paese abbia bisogno della voce dei moderati. E non mi rassegno a una destra-destra». E liquida Renzi e le sardine («comunque positivo il loro interessarsi della vita politica») come «giocatori della squadra avversa». «La mia - conclude - è una destra non autoritaria, europea e moderna. Per questa destra io mi continuerò a battere per evitare posizioni estremiste e autoritarie incapaci di risolvere i problemi del Paese».

Fuori dalle questioni interne al partito, Berlusconi guarda invece alla partita delle regionali. E se i sondaggi danno in Calabria la candidata del centrodestra Jole Santelli favorita sull'antagonista, l'industriale Pippo Callipo, il Cavaliere mantiene alta la guardia e si appella direttamente agli elettori ricordando come il voto del prossimo 26 gennaio sia fondamentale per cambiare radicalmente il destino della regione.

«La Calabria - spiega il presidente di Forza Italia - ha un disperato bisogno di risorgere». I primati negativi della regione sono troppi. E va invertita immediatamente la tendenza. Berlusconi parla soprattutto di numeri impressionanti. Come i 300mila giovani disoccupati. «Bisogna frenare l'esodo di tanti giovani talenti - dice - che lasciano la Calabria per cercare fortuna altrove». E parla dell'altro esodo, quello di tante persone («soprattutto anziani») che si spostano fuori di regione per curarsi. «In questa regione - aggiunge Berlusconi - non c'è una sola azienda che impieghi più di 250 dipendenti. E poi mancano le infrastrutture. Mancano strade e ferrovie degne di uno Stato moderno».

«Vincere in Calabria per il centrodestra significa dare un avviso di sfratto al governo Conte - gli fa eco Antonio Tajani, appena tornato da un tour elettorale proprio nella regione - che non rappresenta più la maggioranza del popolo italiano.

Significa soprattutto affrontare seriamente la questione meridionale».

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