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Fi e Lega tirano dritto "Un esecutivo senza i 5s oppure si va alle urne"

Il centrodestra di governo prende posizione. Giorgetti allontana i "tempi supplementari"

Fi e Lega tirano dritto "Un esecutivo senza i 5s oppure si va alle urne"

«I Cinquestelle si sono dimostrati una volta di più inaffidabili. Non può esistere alcuna ipotesi che li riporti al governo come se niente fosse al solo scopo di consentirgli di tagliare il traguardo di settembre. Per noi o resta Mario Draghi in un esecutivo senza i contiani o si va al voto».

È questa in sintesi la posizione comune che Lega e Forza Italia concordano e in parte comunicano, bruciando il terreno a possibili mediazioni o acrobazie politiche pentastellate che consentano di riavvolgere il nastro e riesumare l'attuale format di governo, frantumatosi sulla mancata fiducia al Dl Aiuti.

Negli ultimi giorni i contatti tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sono stati costanti. Certo lo strappo di Giuseppe Conte preoccupa i leader del centrodestra di governo che però decidono, nelle ore più concitate e confuse, di fare fronte comune e lanciare un segnale. Il segretario della Lega e il leader di Forza Italia si sentono al telefono. Poi in una nota congiunta spiegano quali saranno i prossimi passi da compiere per risolvere una crisi che rischia di essere devastante per il Paese.

«Lega e Forza Italia prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai Cinquestelle che, come ha sottolineato Mario Draghi, ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo», si legge nel comunicato. «Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento Cinquestelle in questa fase così drammatica», continua la nota. Forza Italia e Lega sottolineano di essere «alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No».

Per questo motivo «ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del presidente Mario Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari. Il centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi del Paese con serietà e coerenza, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani».

Berlusconi, in giornata, si intrattiene al telefono anche con Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. Il Cavaliere - che nelle prossime ore potrebbe sentire Draghi - è impegnato a tenere salda l'alleanza governativa di centrodestra in vista delle comunicazioni del presidente del Consiglio di mercoledì alle Camere. Attualmente si trova in Sardegna dove sta seguendo la crisi di governo in stretto contatto con Antonio Tajani e Licia Ronzulli. Il presidente di Forza Italia e il segretario della Lega starebbero valutando la possibilità di convocare un vertice di coalizione lunedì in Sardegna.

Sul fronte del Carroccio in mattinata Matteo Salvini avvia una consultazione allargata a tutti i massimi dirigenti. Il Capitano sente Giancarlo Giorgetti, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Roberto Calderoli. «Faremo il bene dell'Italia e degli italiani», è l'indicazione. Nel Carroccio sono convinti che le possibilità di convincere Draghi a rendersi protagonista di un Draghi Bis senza i Cinquestelle siano ridotte al lumicino, fermo restando che anche il Pd potrebbe essere in imbarazzo a percorrere questa strada. A questo punto, quindi meglio evitare soluzioni pasticciate.

A meno che non si individui una soluzione che consenta di arrivare con un colpo di coda in maniera dignitosa e credibile ai «tempi supplementari» ipotizzati dal ministro Giorgetti. Che in videocollegamento con la festa della Uil precisa: « Più che «supplementari» «mi sembra una partita molto complicata da sbloccare»

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