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Fi-Lega, muro sul fisco. E in Sicilia si cerca la soluzione in extremis

Tensioni per le candidature, Salvini: "Al più presto incontro con Berlusconi e Meloni"

Fi-Lega, muro sul fisco. E in Sicilia si cerca la soluzione in extremis

Centrodestra al lavoro tra fisco, caro energia e nodo amministrative. Il tema del caro-bollette lo solleva il leader del Carroccio, chiedendo al governo 5 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese e per salvare «eccellenze italiane», come l'azienda genovese che fa basilico e che ha visto, ricorda Salvini, la sua bolletta del gas lievitare in dieci mesi da 16mila a quasi 28mila euro. Quanto alla riforma del fisco, ieri Fi e Lega in un comunicato hanno espresso apprezzamento per il fatto «che il governo abbia preso atto della nostra posizione», coerente «con quanto abbiamo sostenuto e realizzato come centrodestra negli ultimi 25 anni», spiegando di essere pronti a proseguire nella «ricerca di una soluzione, con spirito costruttivo», ma chiarendo che «il risultato finale, che auspichiamo vicino, non potrà in alcun modo tenere in considerazione un aumento, presente o futuro, diretto o indiretto, di tasse sulla casa». Ma al centro del prossimo vertice della coalizione un posto rilevante lo avrà il caso-Sicilia. A rimarcare il mancato incontro, per Fratelli d'Italia, è il delegato di Giorgia Meloni al nodo-amministrative sull'Isola, Ignazio La Russa. «Purtroppo il vertice a cui a parole tutti erano disponibili anche oggi non ci sarà», che rimanda a dopo l'assemblea programmatica nazionale di Fdi il momento «per fissare un incontro tra i vertici del centrodestra sui tanti temi all'ordine del giorno». A fare il pompiere prova Salvini, spiegando che «dopo l'incontro in presenza con Giorgia e Silvio che speriamo di organizzare al più presto, il centrodestra unito dovrà condividere le priorità per rilanciare l'Italia», auspicando dunque entro la prossima settimana un vertice allargato a Lupi (Noi con l'Italia), Cesa (Udc), Brugnaro (Coraggio Italia) e Sgarbi (Rinascimento).

Nell'immediato, la novità di giornata sul nome per Palermo arriva da Fdi che, dopo aver chiesto agli alleati Fi, Lega e Noi con l'Italia di frenare sulla candidatura di Francesco Cascio, ha visto la sua candidata Carolina Varchi annunciare il ritiro per «evitare divisioni». Ma subito dopo Fdi ha invitato «tutti i partiti e le liste di centrodestra alternative alla sinistra a convergere sul nome del professor Roberto Lagalla», ex rettore dell'università di Palermo (appoggiato anche da Iv) sul quale, peraltro, c'era stato un fallito tentativo notturno di convergenza del centrodestra. Nel capoluogo, per ora, restano candidati Cascio e, per Mpa, Totò Lentini. A questo punto «le amministrative diventeranno delle primarie a primo turno», taglia corto Cascio, scettico su una ricucitura pur ricordando di condividere «da anni» progetti «sia con Fdi sia con Lagalla». La Russa minimizza: in caso di mancata convergenza, dice, andrebbe come «a Messina dove, senza scandalo, la Lega è su un candidato diverso da quello di Fi, su cui anche Fdi ha deciso di convergere». Salvini ostenta ottimismo e rilancia: «Quando vogliono ci troviamo tutti», spiega agli alleati, aggiungendo che «a Palermo ci sono due candidati di centrodestra e contiamo di arrivare con uno».

E nonostante la rottura attuale, anche in Fi si ritiene «possibile» una convergenza in extremis.

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