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La fidanzata di Putin nel mirino delle sanzioni. Ma l'Ue si prende un altro giorno per decidere

Entro sei mesi l'embargo sul petrolio. Gentiloni: "Le misure economiche servono"

La fidanzata di Putin nel mirino delle sanzioni. Ma l'Ue si prende un altro giorno per decidere

L'Europa non trova la quadra sulle sanzioni alla Russia e mentre prende tempo cerca di colpire al fianco il presidente russo Vladimir Putin. Dopo gli oligarchi, e i parenti (le figlie e la ex moglie), nel mirino delle sanzioni finisce anche Alina Kabaeva. La fidanzata di Vladimir Putin figura tra i personaggi vicini al presidente russo candidati ad entrare nella black list Ue che è parte integrante del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. A quanto si è appreso da fonti europee, il nome di Kabaeva è stato aggiunto, insieme a quelli di altri tre personaggi, alla lista nera proposta dal servizio esterno (Seae) della Commissione Ue che è arrivata così a comprendere 68 persone.

Poco più di un «tentativo di disturbo» visto che, al momento, resta la fumata nera sul sesto pacchetto di sanzioni da parte del comitato che raggruppa gli ambasciatori dei 27. Il Coreper ha infatti congelato ogni decisione per ventiquattro ore e si riaggiornerà oggi. Basteranno per chiudere il cerchio? Quella di ieri è stata una giornata interlocutoria durante la quale si sono susseguiti incontri bilaterali tra i rappresentanti della Commissione e quelli dei Paesi che hanno avanzato riserve sul pacchetto, in particolare per quanto riguarda lo stop alle importazioni di petrolio dalla Russia: misura che colpirebbe soprattutto i Paesi dell'Est. Ungheria, ma anche Slovacchia e Repubblica Ceca, in funzione della loro dipendenza, hanno chiesto per questo più tempo e maggiori garanzie.

Alla base del pacchetto c'è la proposta di arrivare entro sei mesi all'embargo sul petrolio russo ed entro fine anno allo stop anche all'acquisto di prodotti raffinati. Non viene invece colpito il gas, da cui restano fortemente dipendenti molti Paesi tra cui Germania e Italia. Le misure prevedono anche la piattaforma di messaggistica bancaria Swift di Sberbank primo istituto di credito russo che gestisce, insieme a Gazprombank, gran parte delle operazioni per gli acquisti di prodotti energetici.

«Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner vie di approvvigionamento alternative» ha spiegato il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il rischio è quello di ulteriori rincari. Anche se l'Europa, in generale, è meno dipendente da Mosca sul fronte petrolifero e, di fatto, può rifornirsi molto più facilmente di «altro» petrolio: nel 2020 l'Ue ha importato 113 milioni di tonnellate su un totale di 440, il 25,7%.

A invocare l'utilità di questo pacchetto di sanzioni anche il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni: «Intervenire militarmente sarebbe un errore catastrofico», ma c'è «un costo economico da mettere in conto». Le previsioni delle autorità russe sono di una recessione intorno al 9% e «chi dice che le sanzioni non sono efficaci prende un abbaglio», sottolinea il commissario, ma «sicuramente anche le nostre economie rallenteranno.

I Paesi membri dell'Ue arriveranno ad un percorso comune», la previsione del commissario.

Ma sul provvedimento proposto dalla Commissione l'Ungheria ha minacciato di porre il veto. Un dettaglio non da poco visto che la proposta di sanzioni deve essere approvata all'unanimità dai 27 Paesi della Ue.

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