Cronache

Il figlio di Alex: "Papà, t'aspetto". Altri dieci giorni per il risveglio

Il post sui social di Niccolò. I medici: "Valuteremo settimana prossima se ridurre la sedazione". Le indagini sull'incidente: ipotesi errore umano, c'è la pista del guasto alla handbike

Il figlio di Alex: "Papà, t'aspetto". Altri dieci giorni per il risveglio

«Forza papà, ti aspetto, torna presto». Con questo post su Instagram Niccolò Zanardi, figlio 22enne di Alex, ha inviato il proprio incoraggiamento a un papà che da venerdì scorso è ancora di più l'amico di tutti, il papà di tutti, il campione esemplare di ognuno di noi. Poche parole, per esprimere il pensiero di molti. Dal sentimento di un figlio, alla realtà di un bollettino medico. Prudenza e cautela: diciamo pure pazienza. Sia per Alex Zanardi, che per Marco Ciacci, l'autista del camion, contro il quale venerdì scorso il campione paralimpico è andato a impattare violentemente.

Le condizioni dell'ex pilota di F1 restano gravi. Il fuoriclasse bolognese è ancora in coma farmacologico e il decorso procede bene, anche se lo staff medico che ce l'ha in cura ha preso ancora del tempo per un'eventuale operazione di risveglio, con riduzione o sospensione dei farmaci che lo tengono sedato.

Nessuna fretta, per questo è stato deciso di non prendere rischi e attendere ancora qualche giorno. «Eventuali riduzioni della sedo-anelgesia, per la valutazione dello stato neurologico, verranno prese in considerazione a partire dalla prossima settimana», recita il bollettino medico dell'ospedale Santa Maria Le Scotte di Siena, nel quale è ricoverato il pilota bolognese, in seguito all'incidente avvenuto al chilometro 39+800 della strada provinciale 146, nel territorio comunale di Pienza (Siena). Ricordiamo che Zanardi è rimasto gravemente ferito quando, con la sua handbike, partecipava alla staffetta «Obiettivo Tricolore», ideata da Obiettivo 3, progetto fondato dall'ex pilota per dare un segnale di rinascita al Paese colpito dal coronavirus. Zanardi è chiamato ad affrontare una settimana definita dalla stessa equipe medica «importante». Alla luce della quale i medici dovranno decidere il momento migliore per il risveglio dell'atleta che resta in prognosi riservata. L'ipotesi è che quel momento posa arrivare tra una settimana-dieci giorni.

Sul fronte delle indagini, invece, l'inchiesta va avanti. Errore umano o guasto meccanico? Modalità logistico-organizzative non appropriate all'evento? Sono questi i principali nodi da sciogliere dall'inchiesta condotta dai carabinieri di Montepulciano (Siena) e coordinata dal sostituto procuratore di Siena Serena Menicucci. Risposte che potrebbero arrivare da una perizia tecnica sull'handbike del campione e, per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza della manifestazione, dagli interrogatori che i magistrati stanno svolgendo da sabato e che sono ripresi ieri mattina. Per ora l'unico indagato per l'incidente è l'autotrasportatore Marco Ciacci, 44 anni, residente a Castelnuovo Berardenga (Siena), che si trovava alla guida dell'autocarro contro cui è andato a urtare Zanardi. Per Ciacci l'ipotesi di reato è quella di lesioni gravissime da incidente stradale, «ma è un atto dovuto», ha spiegato fin da subito il procuratore capo di Siena Salvatore Vitiello. Ieri è stato a lungo sentito, come persona informata dei fatti, Marcello Bartolozzi di Sinalunga (Siena), grande appassionato di bicicletta, componente della staffetta, e tra i testimoni dell'incidente. Per quanto riguarda l'aspetto organizzativo dell'evento, i magistrati ieri hanno sentito, e continueranno oggi, i comandanti delle polizie municipali di Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano e Pienza, e i rappresentanti delle amministrazioni comunali. Il comandante della polizia municipale di Sinalunga, Fabrizio Giannini, ha spiegato che «durante l'evento circolavano le auto ma non significa che ci fossero pericoli. La carovana è transitata senza dare problemi di nessun genere. Per quanto ci riguarda l'abbiamo gestita come a Pienza: avevamo una macchina che faceva da scorta e abbiamo accompagnato i partecipanti fino al luogo in cui si svolgeva una cerimonia.

Ognuno dei ciclisti teneva la sua corsia di marcia: normalmente si fa così, non essendoci gara la manifestazione si svolge in questa maniera».

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