Politica

Figuraccia grillina sui soldi Guerra dei rendiconti M5S

La guerra degli scontrini secondo atto. Un nuovo capitolo sulla rendicontazione delle spese dei parlamentari 5 Stelle è stato scritto. Ogni mese dovrebbero restituire parte dello stipendio e diaria non spesa, versando il «tesoretto» a un fondo per le Pmi in difficoltà. Finora i 5 Stelle hanno donato circa 10 milioni di euro. Ma ben 52 su 144 eletti sono in ritardo. In quarantasette non danno conto di stipendi e diarie da aprile. In quattro non rendicontano da gennaio, tra questi i dissidenti Massimo Artini e Paola Pinna ( nella foto sotto ). Puntualissimi Luigi Di Maio ( nella foto sopra ), Alessandro Di Battista, Paola Taverna, Roberta Lombardi e Vito Crimi.

Ci sono politici che ai privilegi non hanno alcuna intenzione di rinunciare. E ci sono politici che, invece, decidono di destinarli a qualcun altro, anzi alla collettività. È il caso di Giuseppina Ammirati, presidente del Consiglio comunale di Lagonegro (Potenza). Ha preso il suo vitalizio e l'ha interamente devoluto per la costruzione di un parco giochi destinato ai bambini della città. L'amministrazione locale è in bolletta come tutti i Comuni dopo i tagli dei finanziamenti, e non avrebbe avuto i soldi per realizzarlo, così è stata lei a presentare un documento nel quale prima ha deciso di rinunciare agli emolumenti per i cinque anni della legislatura (circa 40mila euro in totale), poi ne ha destinata una parte – 17mila – alla realizzazione dell'area di svago. I lavori finalmente sono finiti e l'esponente politica ha visto così realizzare il suo sogno. «Amministrare una città è passione, non interesse, assistiamo ogni giorno a cosa non si dovrebbe fare, a come non ci si dovrebbe comportare, tranne in rare eccezioni», ha commentato lei. Mentre in paese qualcuno ha ironizzato: «Ma siamo proprio sicuri che sia italiana?».

I pm di Palermo lo trascinano a forza dentro il processo sulla trattativa Stato-mafia? E il presidente della Repubblica risponde, trasversalmente, per le rime. Non replicando a loro - ha già dato la sua disponibilità ad essere ascoltato, al Quirinale, il prossimo 28 ottobre – ma conferendo una delle più alte onorificenze della Repubblica, quella di Grand'Ufficiale, a una icona dell'antimafia: Maria Falcone ( nella foto col capo dello Stato ), la sorella di Giovanni Falcone, che dalla morte del fratello e della cognata nella strage di Capaci ha fatto della promozione della legalità tra i ragazzi delle scuole la sua ragione di vita. La cerimonia si è svolta ieri. Maria Falcone, accompagnata dal figlio, Vincenzo Di Fresco, e dalla responsabile esecutiva della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Loredana Introini, è stata ricevuta dal capo dello Stato. «È un piccolo gesto per ricordare che la lotta contro la mafia la si fa come faceva Giovanni», ha spiegato il capo dello Stato nel corso della cerimonia. I pm di Palermo sono avvertiti.

A.A.A. Assessore donna, cercasi disperatamente. È questo l'avviso pubblicato da Stefano Bonaldo, sindaco di Galliera Veneta, nel Padovano, per stoppare un ricorso al Tar, contro una giunta poco rosa e quindi a rischio di essere considerata non valida. La diatriba era iniziata subito dopo la conferma del primo cittadino, con un esposto al tribunale da parte dell'opposizione, guidata da Lamberto Tellatin. Il Tar darà il suo responso solo a gennaio, per questo il sindaco cerca di batterlo sul tempo, con una soluzione tampone che evidenzia tutte le assurdità delle quote rosa. Bonaldo, 36 anni, si era riaggiudicato la guida dell'amministrazione comunale nel maggio scorso con il 53,45% dei consensi. Nell'esecutivo però c'è solo Laura Baldi, vicesindaco, ma le donne dovrebbero essere almeno il 40%, quindi all'appello ne mancherebbe una. La soluzione però potrebbe essere a portata di mano, sperando che almeno una cittadina risponda all'avviso pubblico, mandando il curriculum vitae che sarà vagliato direttamente dal sindaco.

Tra una passerella e l'altra il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini sta visitando numerose scuole in quello che ha ribattezzato «la buona scuola tour». Ieri ha fatto tappa al liceo Machiavelli di Lucca dove dice «Ho studiato e insegnato». E allora, quale occasione migliore per mettersi in posa? Il ministro ( nella foto che ha pubblicato su Twitter ) è tornata dietro la scrivania e con movenza scenica e sorriso stampato si è finta di nuovo insegnante. «Nelle scuole ci confrontiamo con studenti, docenti e genitori», scrive il ministro, anche se l'immagine mostra davanti a lei solo una fila di banchi desolatamente vuoti.

In attesa di risultati che soddisfino studenti e insegnanti, se non altro una posa più consona a un ministro rispetto al topless di quest'estate. MBas

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