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Figuraccia di Sala sui dati Expo: la trasparenza a un condannato

La sezione dedicata agli atti e ai conti dell'Esposizione è tutt'altro che accessibile. E di fornire documenti si occupa anche il dg processato per "induzione indebita"

Figuraccia di Sala sui dati Expo: la trasparenza a un condannato

La trasparenza: tra i primi cinque comandamenti del renzismo. E anche Giuseppe Sala, il candidato preferito del premier alle Comunali di Milano, ci crede. Basta leggere alla voce «trasparenza» sul sito della sua Expo. «La Trasparenza (maiuscola, ndr) ha una portata valoriale universale, in special modo perché correlata a un Evento che coinvolge milioni di persone e affronterà tematiche che hanno una forte rilevanza per tutti gli esseri umani». Ancora: «Il valore della trasparenza va ben oltre il mero adeguamento alle disposizioni legislative di riferimento e rappresenta il filo rosso che percorre tutte le sezioni del sito in una logica di apertura e condivisione con gli utenti».È vero che l'esposizione è finita, ma un valore è un valore. Non solo. Anche dopo la chiusura è importante che i cittadini possano accedere a dati importanti come conti, numeri, bilanci. Ma è qui che si concretizza la gaffe di Expo e di Sala. L'utente che si collega per «condividere» le informazioni si imbatte, proprio a proposito della trasparenza, in un nome purtroppo noto alle cronache giudiziarie. Quello di Christian Malangone, il direttore affari generali condannato lo scorso novembre a quattro mesi per induzione indebita nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto anche il governatore Roberto Maroni.

Non proprio auspicabile che un condannato sia responsabile di un aspetto delicato come la trasparenza. Anche se la pena è stata inflitta con il rito abbreviato e Malangone ha annunciato che farà ricorso in Appello. Da Expo spa arriva una precisazione. A «responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza» il cda ha nominato l'avvocato Francesco Marzari, che rimane in carica. Malangone compare alla sezione «Accesso civico» come «titolare del potere sostitutivo in caso di inerzia del responsabile della trasparenza». Anche lui «individuato» dal cda. Una specie di «riserva» cui il cittadino può scrivere per chiedere informazioni e documentazione, se il responsabile in carica non risponde. Resta il fatto che Malangone ha avuto e conserva anche lui un incarico legato alla trasparenza. Per quanto riguarda invece quello di dg, nelle prossime riunioni il cda dovrebbe decidere il da farsi alla luce della condanna. Ma questo non è l'unico sassolino nell'ingranaggio della trasparenza. Sul sito di Expo infatti la sezione è «in corso di aggiornamento» e a due mesi dalla chiusura della manifestazione non si trova quasi nessuna delle informazioni promesse dal management.

Corrado Passera, candidato sindaco di Milano e leader di Italia Unica, attacca: «Il contenuto del sito lascia del tutto basiti ed è quanto di più lontano dal concetto di trasparenza si possa pensare, con pagine vuote o in aggiornamento, numeri sui conti ormai obsoleti e alcune paradossali informazioni». Il portale di Expo sta dando non pochi problemi. Tecnici e quindi di contenuti. Dalla società spiegano che a causa di un cambio di server non viene aggiornato dai primi di dicembre. Tutto dovrebbe ricominciare a girare da gennaio. Perciò le informazioni che si trovano online all'indirizzo ufficiale sono «cristallizzate».

A proposito di «condivisione con gli utenti».

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