C'è un filo rosso che collega il quesito posto nel Giornale di ieri, su chi ha interesse a screditare il ruolo politico internazionale che l'Eni svolge con la sua politica petrolifera e la probabile archiviazione del processo all'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi e del predecessore Paolo Scaroni, per la presunta maxi tangente, pagata per la concessione petrolifera in Nigeria, la cui prova via Whatsapp che starebbe in un colloquio di Descalzi con il teste chiave l'avvocato Piero Amara, risulta inventata. Il filo rosso è quello del sangue di Enrico Mattei. Esso ci porta alla inaugurazione da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella domenica scorsa di un giardino pubblico della Municipalità di Algeri intitolato a Enrico Mattei. Nella la targa in arabo e in italiano si legge «Personalità italiana, amico della rivoluzione algerina, difensore tenace e convinto della libertà e valori democratici». Il filo rosso è quello del sangue di Enrico Mattei, che morì il 27 ottobre 1962 nella esplosione sopra la campagna di Bascapè in provincia di Pavia, del bi-reattore su cui il presidente dell'Eni Mattei, si trovata solo con un giornalista americano mentre il suo pilota di fiducia Bertuzzi, esperto, pluridecorato, iniziava il volo verso l'aeroporto privato Eni di San Donato Milanese. L'aereo era stato sabotato. A Bascapè in quel luogo c'è un giardino del ricordo, di Enrico Mattei disegnato da un celebre architetto. Il giorno dopo Mattei si sarebbe dovuto recare in Algeria per quel patto di collaborazione con il governo algerino, che voleva stipulare. Per Mattarella l'Italia tramite l'Eni, dovrebbe continuare a svolgere i patti di collaborazione che da allora ha attuato e che sta attuando, nel quadro dell'Unione Europea e dell'alleanza atlantica in Africa e nel Medio Oriente. Per l'Eni di Mattei il rapporto fra concedente e concessionario di petrolio e gas non è un mero rapporto di do ut des, ma è di partecipazione azionaria all'estrazione, al trasporto, e di collaborazione più ampia. Descalzi era al fianco di Mattarella, perché fra Eni e l'algerina Sonatrach c'è un protocollo d'intesa per tale lavoro comune tramite la Trans Tunisian Pipeline Company che a Mazara del Vallo si riallaccia ad altre reti Snam. Quella dal Greenstream, va dalla Libia alla Sicilia.
La rete del gas dal Mar Caspio va a Taranto, altre reti sono con il Medio oriente. Una grande politica internazionale. Due giardini a ricordo di Mattei ad Algeri e a Bascapè portano, con quel filo rosso alle vicende di Amara. Ma rimane la domanda: chi ha ispirato tutto ciò?
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