Filo spinato, droni e hotspot. L'Italia blinda la frontiera est

Pattugliamenti italo sloveni, barriere metalliche e in casi estremi l'esercito. Fedriga: «Dobbiamo difenderci»

Filo spinato, droni e hotspot. L'Italia blinda la frontiera est

Grate metalliche e filo spinato per fermare i migranti, ma pure la possibilità di mettere in piedi una sorta di hotspot, a ridosso del confine con la Slovenia se esplodesse la rotta balcanica verso Trieste e Gorizia. E non è escluso neppure l'utilizzo di droni, videocamere termiche e altre tecnologie per individuare i passaggi illegali. «Per ora la situazione è sotto controllo e le barriere fisiche evocate dal ministro sono un'ipotesi di scuola, ma Salvini vuole dare un segnale forte non solo sugli arrivi via mare» spiega una fonte del Viminale.

Dopo l'aumento dei migranti intercettati in giugno a Trieste il governatore del Friuli-Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, sarà a Roma mercoledì per discutere della possibile emergenza con il ministro dell'Interno. «Insieme a tutta la struttura del Viminale valuteremo le migliori misure da prendere» conferma Fedriga.

Il Giornale è in grado di ricostruire le ipotesi sul tavolo. Il primo passo sarà l'invio di ulteriori rinforzi di polizia sul fronte Nord Est e dalla prossima settimana scatteranno i pattugliamenti misti italo sloveni. «Dobbiamo fermare gli arrivi in Slovenia - spiega Fedriga al Giornale - Anche se ci fosse un soldato ogni 10 metri sul confine italiano, quasi tutti gli intercettati basta che chiedano la protezione umanitaria e dobbiamo tenerceli. Pure se non ne hanno diritto».

Se la situazione precipitasse si stanno studiando misure più forti. Salvini ha rivelato di avere «dato mandato agli uffici di studiare tutte le soluzioni legalmente consentite» per arginare gli arrivi. Compresa una «barriera fisica» lungo il confine di 223 chilometri con la Slovenia. In alcune zone note di passaggio si potrebbero erigere grate metalliche o srotolare reticolati. «Se le regole vengono rispettate i muri non si alzano, altrimenti purtroppo i muri si alzano» ha dichiarato Fedriga. «Ci sono paesi come la Croazia o l'Ungheria, che sono stati accusati dalla Ue quando hanno bloccato i flussi migratori irregolari - ha precisato il governatore - Non è accettabile che l'Italia subisca l'immigrazione clandestina che arriva via terra». La polizia croata ha già alzato delle barriere metalliche al valico con la Bosnia di Maljevac.

E gli sloveni sono stati i primi a lanciare l'allarme: «Ci aspettiamo un'intensificazione dei flussi nei prossimi mesi». Fino a maggio erano più di 3mila gli irregolari intercettati, un incremento del 99 per cento rispetto al 2018. Il governo di Lubiana, non l'ha annunciato ufficialmente, ma è disposto a mobilitare l'esercito.

Un altro tassello ipotetico è la creazione di un campo dove concentrare i migranti sul confine o nell'ex caserma Cavarzerani di Udine, già riattivata grazie al decreto sicurezza. A ridosso della Slovenia, a Banne sul Carso triestino, c'è l'ex caserma Monte Cimone, in disfacimento. Oppure si potrebbe mettere in piedi un hotspot per facilitare le procedure di identificazione e i respingimenti, che già avvengono in parte. Da inizio anno sono stati intercettati a Trieste e Gorizia 898 migranti. I respingimenti sono 129.

L'intelligence segnala che il «tappo» della Turchia potrebbe in parte saltare a causa dell'incremento di arrivi di pachistani, siriani e afghani. Dall'inizio dell'anno le autorità turche hanno intercettato 100mila migranti diretti verso la rotta balcanica.

Salvini sarà a Trieste il 5 luglio per l'arrivo del ministro degli Esteri ungherese che sancirà investimenti nel porto. Nell'occasione verrà firmato o presentato il protocollo sui rimpatri.

Il 10 luglio Fedriga tornerà a Roma per un'audizione alla Commissione Schengen. La richiesta di sospensione del trattato sulla libera circolazione con la Slovenia con presidi fissi al confine è un'altra mossa se esplodesse la rotta balcanica.

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