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Finalmente a casa il marò: stanco, malato e senza divisa

Massimiliano Latorre è arrivato con un aereo militare: il volto segnato, fatica a parlare. La compagna: "Si è separato con disagio da Girone"

Finalmente a casa il marò: stanco, malato e senza divisa

Bari - Poco dopo le cinque del pomeriggio l'aereo militare atterra sulla pista della Stazione elicotteri della Marina di Grottaglie, una ventina di chilometri da Taranto. E quando Massimiliano Latorre scende dalla scaletta, si chiude (per ora)un capitolo della lunga storia dei fucilieri italiani del Reggimento San Marco trattenuti in India da oltre due anni e mezzo con l'accusa di aver ucciso per errore due pescatori indiani nel corso di una missione internazionale antipirateria.

Latorre, in abiti civili con camicia a righe e pantaloni chiari, è dimagrito, il suo passo è incerto, parla a fatica, il volto è stanco e riflette il malore che lo ha colpito ma anche il peso di una vicenda che si trascina da tanto, troppo tempo; con lui c'è la compagna, Paola Moschetti, mentre nel circolo ufficiali lo attendono la madre, la sorella e i nipoti. E solo allora, in quel salone, dopo la lunga stagione dei rinvii e al termine di una sfilza di giornate tutte uguali accompagnate da timide speranze e grandi delusioni, la famiglia ha potuto cedere alle emozioni. «Sono felicissima che sia in Italia, spero che si riprenda e che stia meglio, finalmente staremo con papà tutti insieme», commenta la figlia, Giulia, mentre la compagna Paola ha voluto ricordare gli «intensi sentimenti di amicizia» di Latorre per Salvatore Girone, l'altrò marò rimasto in India dal quale – fa sapere la donna - «Massimiliano si è separato con disagio». Con i parenti c'erano il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il capo di Stato maggiore della Marina, Luigi De Giorgi. Il fuciliere si è trattenuto a Grottaglie per circa un'ora: poi è stato accompagnato a casa della sorella con un furgone della Marina seguito da un serpentone di auto di forze di polizia.

Il 31 agosto Latorre era stato colpito da un'ischemia cerebrale: per questo i giudici della Corte Suprema di New Delhi gli hanno concesso di trascorrere un periodo di quattro mesi in Patria. Una decisione arrivata solo dopo due lettere a garanzia del ritorno: una dell'ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, e l'altro del fuciliere. Alla fine è arrivato il via libera e il militare ha potuto mettersi in viaggio. Ma il caso è tutt'altro che chiuso, anche se adesso in fondo al tunnel si intravede la luce di un cauto ottimismo, come rivelano le parole del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Che tuttavia sulla questione preferisce non sbilanciarsi. «La strategia del governo – dichiara – è stata quella di non parlarne troppo perché non è utile, ma lavorare incessantemente per una soluzione: potremo parlarne molto – prosegue – soltanto quando riusciremo a risolverla definitivamente». Il ministro tiene inoltre a ribadire che «i due fucilieri erano in missione per l'Italia e come tutti i militari in missione sono coperti da immunità funzionale» precisando che il ritorno di uno dei militari «è un segnale, ma non cambia i termini della questione».

In ogni caso, per il momento Latorre resta a Taranto e la notizia è stata accolta con grande soddisfazione anche nel reggimento San Marco di Brindisi dove i commilitoni, pur trincerandosi in uno stretto riserbo, si tengono informati e sperano anche di poter incontrare il collega arrivato ieri.

A Bari, invece, si vivono ancora ore di incertezza per la sorte di Salvatore Girone. «Siamo felici e molto contenti per il rientro di Massimiliano in Italia, speriamo che questo sia un passo avanti per la risoluzione di tutta la vicenda», aveva detto venerdì sera il padre, Michele.

Per lui e gli altri familiari che trepidano con lui in questa storia infinita, l'attesa continua.

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