Finalmente oscurano il sito antisemita

Ma nonostante l'indagine aperta «Radio Islam» resta attiva

La Procura di Roma ha chiesto al gip un'ordinanza di oscuramento del sito Radio Islam sul quale è postata un lista di personalità di religione ebraica indicate come influenti nei rispettivi ambiti professionali. A piazzale Clodio è stato aperto ieri un fascicolo processuale, contro ignoti, che ipotizza i reati di minaccia e di diffamazione, con l'aggravante dell'odio razziale. Della vicenda è già  stata investita la polizia postale al fine di risalire ai gestori del sito. Imprenditori, intellettuali e giornalisti i nomi inseriti nella lista, oltre ad una serie di documenti sul «potere ebraico» in Italia.Duro il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna : «Le liste di proscrizione rimandano a un periodo non così lontano in cui essere indicati come ebrei significava l'allontanamento dal mondo della scuola e del lavoro. Per questo è importante il passo compiuto dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo d'inchiesta sui delinquenti che da molti anni impunemente seminano odio e pregiudizio antiebraico su un delirante sito web denominato Radio Islam». E poi: «Si tratta di schede che contengono informazioni insensate, sconclusionate, inesatte e diffamatorie, ma la loro stessa esistenza sulla rete costituisce una violazione dei diritti fondamentali e un pericolo per l'intera società».«Atti di questo genere sono un'offesa intollerabile per il lavoro duro che si sta svolgendo per il dialogo tra religioni e per superare le barriere esistenti». Così Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma,. Le barriere, spiega, sono quelle «legate ai pregiudizi, al razzismo e all'antisemitismo».

L'esistenza di liste nere di nomi di persone influenti di religione ebraica non è una novità: «Denunciamo queste black list già dal 2008. Questa volta però preoccupa che la lista non sia apparsa su siti filonazisti. Ho letto però che tra gli elencati ci sono persone che non sono neanche di religione ebraica. Questa è una violenza ulteriore, per tutti».

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