Un finanziere nuovo ambasciatore Usa a Roma

Lewis Eisenberg, repubblicano moderato ed ex Goldman Sachs, succede a John Phillips

Manila Alfano

Quando gli chiedono di politica lui risponde: «Mi sento un Thomas Jefferson repubblicano». Lewis Eisenberg è uno che ama parlare per semplificazioni. E far subito capire a tutti da che parte sta. Ieri notte l'annuncio che conferma le voci che già circolavano da tempo: sarà lui il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia.

Classe 1942, ebreo, finanziere, è un repubblicano di lungo corso, membro della Republican Jewish Coalition e tesoriere del partito. Tre figli, dieci nipoti, e soprattutto molto vicino a Donald Trump. Non a caso, era da mesi il favorito per il «seggio» di via Veneto. Chi lo conosce lo definisce un operativo molto efficace del partito, e un amico personale del presidente. In sostanza ha gestito sul piano finanziario l'evoluzione dell'establishment repubblicano, dall'iniziale scetticismo verso Donald all'abbraccio, raccogliendo per lui decine di milioni di dollari.

Ora si attende, come da prassi, la conferma del Senato americano, che, come con tutti gli ambasciatori, ne testerà le competenze. Con questa nomina Donald riconosce così all'Italia il ruolo di interlocutore europeo più gradito sul dossier mediorientale. Nel 2017 il nostro Paese presiede il G7 e siede nel Consiglio di Sicurezza ONU, due partite su cui la nuova Amministrazione intende imprimere un deciso cambio di rotta rispetto a Obama. Nato nell'Illinois, in una modesta famiglia di immigrati Polacchi ebrei, ha trovato la sua strada a New York. Tutto merito di un padre commesso in un negozio di abbigliamento risparmiatore e lungimirante, che ha risparmiato e investito fino all'ultimo centesimo per mandare il figlio all'università. Soldi ben spesi, e Lew lo ha sempre ricordato: «il mio colpo di fortuna, perché io non sono uno nato con la camicia». Sceglie legge, ma poi si pente e vira su economia. Una scelta benedetta. Un master in business administration nel 1966 che lo porta tra le braccia della banca Goldman Sachs. La vita cambia lì. «Avere il denaro ti da la fiducia per compiere cose che altrimenti non faresti», diceva. Arriva ai massimi livelli, dirigente, poi un intoppo. Le dimissioni per una presunta relazione con una sua assistente, i giornali che scrivono, la denuncia di lei poi ritirata.

Eisenberg prende il posto di John

Phillips, un imprenditore di Philadelphia, designato da Barack Obama, sarà ricordato soprattutto per l'intervento diretto nel dibattito pre referendario, nel dicembre 2016, quando si schierò per il «Sì», appoggiando in pieno Matteo Renzi.

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