Cronache

Alla fine ritornano tutti a Ventimiglia

Dopo l'identificazione gli stranieri sono liberi di andare dove vogliono

Alla fine ritornano tutti a Ventimiglia

Ventimiglia (IM) - Migranti respinti dalla Francia all'Italia, perché irregolari e da qui destinati ai centri di identificazione ed espulsione del sud della Penisola per essere rimpatriati nel loro Paese. Un sistema che sarebbe fantastico per contrastare l'immigrazione clandestina, se davvero funzionasse. Peccato, però, che la realtà sia completamente diversa. Tempo tre o al massimo quattro giorni e la gran parte, se non tutti, degli stranieri respinti è di nuovo alla frontiera di Ventimiglia, pronta per un nuovo balzo oltre confine, nella speranza che questa volta vada meglio. Qualcuno, scherzosamente, la chiama «arte dei pazzi», vero è che questo sistema si rivelerà efficiente soltanto sulla carta, con numeri da capogiro, che non corrispondono ancora una volta alla realtà dei fatti. Il motivo è molto semplice. Lo straniero trasferito nei centri di accoglienza è libero. Può circolare ovunque in Italia, perché non è arrestato. Pertanto nessuno può tenerlo segregato in un campo profughi e lui potrà uscire per andare dove meglio crede. E visto che l'obiettivo è quello di recarsi in Francia, come trampolino di lancio verso l'Europa, novantanove su cento si dirigerà di nuovo al confine di Ventimiglia.

Questo è quanto avviene ormai da mesi e a testimoniarlo sono i continui ricongiungimenti familiari tra fratelli, cugini ed anche marito e moglie che una volta divisi dal destino, con la polizia francese che ha fermato uno dei due coniugi in fuga verso la Francia, ad esempio, si ritrovano qualche giorno dopo nello stesso punto da dove erano partiti. E così si spiegano anche le cifre sempre in crescita dei migranti assistiti al Parco Roja: ieri mattina sono stati distribuiti 600 colazioni e 817 pasti, una ventina in più del giorno prima.

Dunque, se i fatti sono veramente questi il «Piano Gabrielli», varato dal capo della polizia per alleggerire e decomprimere i flussi di stranieri, rischia di rivelarsi un palliativo. Anche perché le misure di identificazione richiedono giorni, a volte settimane e non sempre vanno a buon fine, perché è necessario che il Paese di provenienza riconosca come proprio cittadino il migrante irregolare. Da ieri, intanto, in linea con le nuove disposizioni in tema di alleggerimento, le espulsioni coatte di stranieri sono diventate quotidiane. Ogni giorno, dunque - e non più due volte a settimana - i migranti respinti dalla Francia al valico di Ponte San Luigi, a Ventimiglia, saranno fatti salire su un autobus italiano e destinati ai cosiddetti «Cie» i centri di identificazione ed espulsione.

Sul fronte «No Border» continuano le operazioni delle forze dell'ordine che ieri, a Camporosso, nell'entroterra di Ventimiglia, hanno sgomberato la sede dell'associazione «Freespot», riconducibile al collettivo antagonista, in base a un'ordinanza del sindaco Davide Gibelli per motivi igienico sanitari.

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