Quota 100 ci sarà ma con forti limitazioni rispetto al piano presentato dalla Lega. Sarà probabilmnete questo l'obolo da pagare per le contestazioni da parte dell'Ue sulla manovra. A quanto pare nel mirino di Bruxelles è entrata proprio quota 100 che di fatto è una delle misure principali su cui l'esecutivo si gioca la partita per il futuro. Finora quello che sappiamo è che dal 2019 sarà possibile andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi. Il provvedimento a regime potrebbe interessare circa 430 mila lavoratori che vogliono lasciare il lavoro. Ma attorno alla misura adesso potrebbero essere posizionati dei paletti che ridurrebbero l'impatto economico della norma sui conti dello Stato. Il primo paletto, come ricorda Repubblica, riguarda proprio l'età e le possibili penalizzazioni sull'assegno. Chi evita il percorso Fornero per andare via con Quota 100 potrebbe subire una decurtazione del 21-22 per cento. La Ragioneria dello Stato "tifa" per gli indecisi che con un assegno ridotto potrebbero scegliere di restare a al lavoro.
Si tratta del 30 per cento degli aventi diritto. Ma c'è un altro aspetto da considerare. Non è ancora chiaro se Quota 100 diventerà una misura strutturale o se avrà natura temporanea. Nel secondo caso il fattore "ora o mai più" potrebbe spingere ad un esodo consistente verso la pensione. Il terzo paletto riguarda il differimento del pagamento del Tfr per gli statali. Anche questo (forse il più consistente) potrebbe essere un deterrente per l'uscita anticipata.
Infine per contenere la spesa si pensa ad un mantenimento del blocco delle rivalutazioni sugli asegni superiori a quattro volte il minimo. Il tutto potrebbe portare ad un risparmio di un miliardo. I paletti sulle pensioni potrebbero di fatto disinnescare la riforma fortemente voluta dal governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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