Per capire com'è messa (malissimo) la scuola italiana, consigliamo agli interessati di seguire la videochat (la trovate sul sito skuola.net) con cui il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha annunciato l'ennesima «riforma della maturità». Il collegamento tra due studenti-giornalisti di skuola.net e Fioramonti dura una mezzoretta: quanti - facendo magari un piccolo sforzo - riusciranno ad andare fino in fondo, non se ne pentiranno.
Si tratta infatti di una intervista tragicomica in cui il ministro ha annunciato che la «traccia di storia sarà reintrodotta come «opzione obbligatoria» (un evidente ossimoro, considerato che una cosa o è opzionabile o è obbligatoria, ma non certo entrambe); inoltre saranno «abolite le buste contenenti gli argomenti per la prova orale». Motivo? La spiegazione di Fioramonti risulta alquanto azzardata: «Basta lotterie. La maturità non è un casinò». Pur continuando ad essere un casino. Anche grazie al predecessore: il famigerato Marco Bussetti (quello accusato di taroccare i rimborsi spesa). Ma ora Fioramonti è intenzionato a offrire il suo fondamentale contributo.
Per averne la riprova basta ascoltare l'avvincente monologo del ministro, il quale, incalzato (si fa per dire) dalle pungenti (si fa sempre per dire) domande dei conduttori (uno dei quali per tutta l'intervista gli ha dato confidenzialmente del «tu»), ha illustrato la sua nostalgica idea di scuola.
Nella parte mandata in onda sul web Fioramonti si è dilungato su alcuni concetti basilari che sembrano usciti da un amarcord sessantottino rivisitato oggi in chiave anti-sovranista e pro-Greta Thunberg.
A giudizio del ministro la riesumazione della traccia di storia è motivata dalla necessità di arginare «messaggi culturali sbagliati»: Fioramonti non cita espressamente Salvini ma si capisce lontano un chilometro che i «messaggi culturali sbagliati» sono quelli lanciati dal leader leghista, da Giorgia Meloni o da tutti quelli colpevoli di non pensarla come il M5s. Il ministro ha confermato poi di essere un fautore delle «occupazioni» («Io da leader studentesco ne ho fatte tre»), dello «studio di gruppo» («Uno studente che ha appena compreso una cosa, può spiegarla a un compagno meglio di un insegnante») e delle «manifestazioni di piazza» («Sono stato eccessivamente criticato per aver solidarizzato con lo sciopero ecologista dello scorso 27 settembre»). Manca solo l'esaltazione per il vecchio caro «6 politico» e sembrerebbe di ascoltare la versione «green» del rosso Mario Capanna.
Ma l'ideologia comunista puzza ormai di passato, meglio puntare sul profumo ambientalista: «Dalle elementari alle superiori introdurremo un'ora di educazione civica finalizzata al rispetto per la natura». Parola di Fioramonti. Lo stesso che sul suo profilo social, nel 2013, insultò volgarmente una senatrice.«Rispetto della natura», tanto; rispetto per le donne, zero.
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