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"La moschea si fa nell'ex caserma". Così Nardella zittisce i cittadini

La moschea nascerà nell'ex caserma Gonzaga, al confine con Scandicci. Ma residenti e sindaco Pd non sono stati sentiti. A rischio anche 260mila euro da investire in housing sociale

"La moschea si fa nell'ex caserma". Così Nardella zittisce i cittadini

I musulmani di Firenze vogliono la loro moschea prima dell’inizio del Ramadan e, ormai, in barba alla contrarietà dei residenti di Scandicci, la sinistra è pronta a cedere alla loro richiesta.

L'ex caserma Gonzaga dei Lupi di Toscana

Accantonata l’idea di acquistare villa Basilewsky, un complesso storico di 7mila metri quadri che la Regione Toscana ha messo all'asta per 10 milioni di euro, la comunità islamica fiorentina ha chiesto di poter usare provvisoriamente l’ex caserma Gonzaga dei Lupi di Toscana al confine tra Firenze e Scandicci, in preda al degrado e, inizialmente, destinata a tutt’altro uso. L'assessore all'urbanistica al Comune di Firenze, Giovanni Bettarini, ha spiegato che la richiesta è stata motivata “dall'insufficienza del centro islamico di Borgo Allegri in centro, soprattutto per quanto riguarda il periodo del Ramadan”, che inizia il 27 maggio prossimo.

A rischio il bando per l'housing sociale

Per decidere come sfruttare quest’area, situata nel quadrante sud-ovest della città di Firenze ed este circa 394.000 mq, era stato avviato un percorso partecipativo con i cittadini durato circa un anno, nel corso del quale non è mai stata avanzata l’ipotesi di costruire una moschea. Qui, anzi, era previsto che sorgesse un complesso residenziale destinato all’housing sociale per giovani coppie in difficoltà. L’11 agosto 2016 è stata, infatti, approvata la delibera che sanciva la stipula di una convenzione per l’assistenza da parte dell’Agenzia del demanio al Comune di Firenze nello svolgimento del concorso di idee inerente l’uso della ex Caserma Lupi di Toscana. “Il concorso internazionale di idee ha lo scopo di individuare la soluzione progettuale più appropriata per la rigenerazione urbanistica e la valorizzazione della parte di territorio intorno alla ex caserma Lupi di Toscana individuata dal Regolamento Urbanistico”, si legge nel bando di concorso pubblicato sul sito http://concorsolupiditoscana.comune.fi.it/, finanziato dal Demanio per 260mila euro. Il masterplan deve prevedere una percentuale di suolo “a destinazione residenziale pari almeno al 60% (con una quota prevalente di housing sociale)” mentre “il restante 40% dovrà essere destinato ad altre destinazioni d’uso, garantendo un adeguato mix funzionale”, si legge ancora nel bando. "Ora questo progetto, destinato alle giovani coppie, rischia di non vedere mai la luce - dice a ilGiornale.it il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli - . Quale costruttore privato vorrà ancora investire su un’area dove si sta per aprire una moschea che ospiterà più di 30mila musulmani?”.

La lite tra i sindaci Pd di Scandicci e Firenze

Ecco perché contro la moschea si sono mobilitati non solo i cittadini di Scandicci, tutto il centrodestra e il Movimento Cinquestelle ma anche il sindaco Pd Sandro Fallani che, in un lungo post su Facebook, ha espresso tutte le sue perplessità per una scelta calata dall’alto. “La vicenda della Moschea alla Caserma dei Lupi di Toscana continua a suscitare sentimenti contrastanti e a pormi davanti ad alcuni scenari che avrei davvero voluto diversi – ha esordito -. Innanzi tutto, in merito alla soluzione che pare provvisoria per garantire alla comunità musulmana di fare il Ramadan di maggio, è tristemente evidente che la politica continua a vivere di emergenze, anche su temi caldissimi che smuovono intere comunità, nel bene e nel male”. Il sindaco di Scandicci conclude: “Anche se Firenze ha il potere di decidere autonomamente sul suo territorio, voglio dire che questa non è una nostra scelta, che questo metodo non ci piace e che il PD non è solo questo ma anche altro. In ogni modo, Scandicci farà tutto il possibile per evitare contrasti ed accogliere la comunità islamica”. Dario Nardella, sindaco di Firenze, invece, ieri ha invitato Fallani a smorzare i toni e ha precisato che, se da un lato è vero che il percorso partecipativo avviato con i cittadini di Scandicci non ha mai previsto la costruzione di una moschea in quell’area, dall’altro lato: "un centro di preghiera non è stato incluso ma nemmeno escluso. Dunque il percorso di partecipazione va rifatto".

I costi del "percorso partecipativo"

La moschea, però, non è solo un nodo politico tra due prime donne del Pd toscano ma è anche un problema economico. Leonardo Batistini, consigliere comunale della Lega Nord a Scandicci, ha, infatti, spiegato a ilGiornale.it ‘la truffa’ cui i suoi concittadini sono stati sottoposti: “Prima chiamano la gente per percorsi partecipativi e concorsi su quell'area, costati in totale 285.000 euro di soldi pubblici, e poi impongono le decisioni. Come Lega chiediamo che i sindaci restituiscano di tasca propria i soldi spesi per l'inutile percorso partecipativo”.

Nel 2015, infatti, è iniziato un percorso partecipativo denominato “Non case ma città 2.0” durato circa un anno e finanziato dal Comune di Scandicci per 2500 euro, da quello di Firenze, sempre per 2500 euro e dalla Regione Toscana per la bellezza di 20mila euro. In totale 25mila euro spesi soltanto per discutere e ascoltare i residenti di Scandicci. Un percorso che nessuno intende smentire ma “è, tra l'altro, in fieri e si è costituita da poco la commissione per valutare i 60 progetti pervenuti. Niente vieta che il piano possa essere poi integrato, l'area è di oltre 40 ettari, ci sono tante ipotesi in corso e noi pensiamo che possa sussistere anche un'ipotesi di questo tipo”, ha spiegato ieri l’assessore Bettarini riferendosi all'idea di Nardella. Il rischio che questi 25mila euro siano soldi buttati al vento è supportato da un precedente. Già tra il 2011 e il 2012 la Regione Toscana aveva finanziato per 75mila euro e commissionato al gruppo di 'Sociolab’ il progetto 'Una moschea per Firenze’, all’epoca altamente contestato dal centrodestra.

Il tutto si era concluso con la realizzazione di un documentario dal titolo “Una moschea per Firenze: è possibile parlarne senza alzare la voce?” e la pubblicazione di una relazione che è rimasta lettera morta.

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