Fisco amico per i lavoratori stranieri. Così il governo snobba le imprese italiane

Denuncia del Pd: "La norma che agevola chi torna in Italia premia anche chi si trasferisce nel nostro Paese". L'Ires calerà al 20% ma soltanto nel 2023

Fisco amico per i lavoratori stranieri. Così il governo snobba le imprese italiane

È un decretone ombinus quello su cui ieri la Camera ha approvato la fiducia con 288 voti favorevoli, 181 contrari e 3 astenuti. Il dl Crescita tornato in Aula dopo le modifiche in commissione, infatti, è più che raddoppiato, con l'aggiunta di oltre 60 articoli. Ora dovrà passare al Senato e convertito in legge entro il 29 giugno, pena la decadenza.

Il dl apre subito una nuova crepa tra M5s e Lega, questa volta sull'abolizione dell'immunità penale sull'Ilva di Taranto. Nonostante il botta e risposta dei giorni scorsi tra Arcelor Mittal - il colosso siderurgico che ha rilevato l'azienda - e il Mise guidato da Luigi Di Maio, nel decreto l'abolizione dello scudo penale sui reati ambientali è confermata. «Non possiamo essere ritenuti potenzialmente responsabili per problemi che non abbiamo causato e che ci siamo impegnati a risolvere», ha detto il numero uno di Arcelor Mittal Italia, Matthieu Jehl. E Salvini: «Se c'è un imprenditore che mette sul piatto centinaia di milioni di euro per riportare a norma uno stabilimento non puoi complicargli la vita, dovresti agevolarlo. Non si scherzi con 15mila posti di lavoro». Per questo come Lega «abbiamo presentato un documento in Parlamento proprio per mettere al riparo questi posti».

Sul fronte fiscale il decreto prevede che l'Ires scenda, nel 2023, al 20%. Nello stesso anno la deducibilità Imu sugli immobili strumentali, la cosiddetta Imu-capannoni, toccherà il 100 per cento. In tema di agevolazioni però, il Pd denuncia un vero «dumping fiscale» ai danni delle imprese italiane, nascosto dietro la norma sui lavoratori impatriati - il rientro dei cervelli ribattezzato «rientro dei calciatori» per la platea estesa anche a lavoratori generici che rientrano in Italia dopo aver vissuto all'estero per più di due periodi di imposta. «Per come è formulata - accusa il Pd - la norma finisce per premiare indiscriminatamente tutti i lavoratori impatriati e dunque anche le «braccia» della manodopera straniera che si trasferisce nel nostro Paese. È il varco per un esteso dumping fiscale delle imprese e dei lavoratori provenienti dall'estero ai danni delle imprese e dei lavoratori italiani, che rischiano di subirne la concorrenza agguerrita sui prezzi e sui salari».

C'è poi il rinnovo della rottamazione ter: i contribuenti che non sono riusciti a presentare la domanda prima potranno farlo, anche per il saldo e stralcio, entro il 31 luglio. E dal 2023 diventerà strutturale il taglio da 600 milioni delle tariffe Inail, ma nel 2022 ci sarà lo stop di un anno durante il quale le tariffe non saranno scontate.

Arriva la scure sugli affitti brevi e contro l'evasione della tassa di soggiorno: ci sarà un codice identificativo unico nazionale, maggiori verifiche, e più responsabilità per gli italiani aderenti a piattaforme di prenotazione estere. Multe fino a 5mila euro.

Confermati il finanziamento di 3 milioni per Radio Radicale, le norme per favorire le aggregazioni bancarie al Sud, riferite soprattutto alla Popolare di Bari, quelle per tutelare i fornitori di Mercatone Uno. Via libera agli ecoincentivi estesi a moto e microcar elettriche.

E passa il Salva-Comuni, con il compromesso su Roma: parte del debito storico della Capitale passerà sì a carico dello Stato, ma i risparmi della rinegoziazione dei mutui saranno utilizzati per altri comuni capoluogo in dissesto.

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