Ancora bordate contro i magistrati e ancora promesse che non manterrà. L'intervista a Repubblica di Matteo Renzi è un già visto che arriva in un momento di profonda debolezza del premier e del governo fiaccati dai guai giudiziari e dai sondaggi al ribasso. Che la situazione stia precipitando lo dimostra anche il voto in Austria, dove ieri l'estrema destra ha scalzato i partiti tradizionali sbancando alle presidenziali. "È un campanello d'allarme - dice - rispetto le scelte del popolo austriaco, ma sono convinto che loro rispetteranno le decisioni prese dall'Ue". Per il momento, però, c'è spazio solo per gli annunci. Il taglio delle tasse, per esempio, lo allontana al 2017.
Lo scontro con i magistrati sta minando pesantemente la tenuta di Renzi. "I politici che rubano fanno schifo. E vanno trovati, giudicati e condannati - mette le mani avanti - uesto è il compito dei magistrati, cui auguriamo rispettosamente di cuore buon lavoro. Dire che tutti sono colpevoli significa dire che nessuno è colpevole - avverte - esattamente l'opposto di ciò che serve all'Italia. Voglio nomi e cognomi dei colpevoli. E voglio vedere le sentenze". Il premier respinge l'equazione del neo presidente dell'Anm Piercamillo Davigo le cui parole non sono però un'invasione di campo. "Una politica forte non ha paura di una magistratura forte - tuona - è finito il tempo della subalternità. Il politico onesto rispetta il magistrato e aspetta la sentenza". Per Renzi, però, non si sta aprendo un nuovo scontro con la magistratura: "Noi facciamo le leggi, loro i processi".
Il braccio di ferro coi pm riporta alla ribalta la necessità di una riforma della giustizia. "Adesso la priorità è che si velocizzino i tempi della giustizia", afferma il premier che, però, dice non essere "interessato all'ennesima discussione sulle intercettazioni". La prescrizione invece va, a suo dire, allargata. "Ma - avverte - dando tempi certi tra una fase processuale e l'altra". Si allontana, invece, il taglio delle tasse a lungo promesso da Renzi. Se da una parte smentisce la possibilità di una manovra fiscale prima delle amministrative, dall'altra sposta più in là il ritocco della pressione fiscale. "Questo è il governo che ha ridotto più tasse nella storia repubblicana - dice - la prossima riduzione fiscale sarà con la Stabilità 2017".
Anche la possibilità di abbassare le aliquote Irpef è rimandata alla legge di Stabilità. "Calma e gesso - continua - l'unica cosa di cui i cittadini possono essere tranquilli è che le tasse continueranno a scendere". Ma solo a parole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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