Ora Fitto vuol fare il Tosi di Forza Italia. Da quasi un anno l'ex governatore della Puglia è in rotta di collisione con il Cavaliere ma ora la guerra fredda potrebbe diventare guerra calda, bollente. Fitto sta meditando di infatti di presentare una lista in Puglia, suo granaio di consensi, contro il candidato ufficiale del partito, Francesco Schittulli. In sostanza di sabotare Forza Italia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e imprimere questa accelerazione del conflitto, raccontano fonti fittiane, sarebbe avvenuto mercoledì sera. Incontrando alcuni imprenditori pugliesi, Berlusconi e il commissario regionale Luigi Vitali avrebbero confermato che nessun fittiano sarebbe stato in corsa: «Le liste le facciamo io e Vitali», avrebbe detto il Cavaliere. In sostanza nessun uomo di Fitto parteciperebbe alla corsa delle Regionali. Un vero e proprio affronto, specie nella terra dove Fitto raccoglie più voti. Ecco quindi la contromossa dell'ex ministro di Maglie: presentarsi in Puglia contro Schittulli. L'obiettivo: far perdere il centrodestra ma soprattutto andare alla conta e dimostrare di avere più consensi rispetto ai cosiddetti «lealisti». Se in effetti sarà così, la mossa avrà effetti devastanti per Forza Italia.
Berlusconi legge l'operazione come una vera e propria dichiarazione di guerra. E in serata parte la nota di Giovanni Toti: «Io e Matteoli avevamo auspicato, mesi or sono, che fosse proprio Fitto a rappresentare in quella sfida il nostro partito e tale proposta era stata respinta ai mittenti, bollata come impossibile, insostenibile e addirittura provocatoria. Sconcertante sarebbe se quella candidatura auspicata allora dal partito si concretizzasse oggi addirittura come elemento di disturbo strumentale tale da danneggiare la nostra parte politica».
Il coordinatore Vitali aggiunge: «Sarebbe una scorrettezza politica gravissima; e se così fosse la sconfitta del centrodestra in Puglia avrebbe un unico responsabile: Raffaele Fitto; e per lui questa sarebbe una macchia indelebile». Il candidato Schittulli, invece, ricorda: «Ma come? Domenica c'è stata a Bari la manifestazione con Fitto per sostenere la mia candidatura. Io - aggiunge - ho lavorato per unire tutte le componenti, per ricompattare...». In realtà si va verso l'ennesima scissione proprio mentre il Cavaliere è al lavoro per ricompattare tutte le anime del centrodestra. Lo strappo non s'è ancora consumato ma è molto probabile; e per evitarlo si sono subito messi al lavoro i pontieri; specie dal fronte azzurro. L'ennesima spina nel fianco di Berlusconi indispettisce non poco l'ex premier anche perché la fronda ostile dei fittiani potrebbe allargarsi a macchia d'olio a tutto il territorio nazionale con effetti devastanti alle prossime elezioni.
L'irritazione è notevole soprattutto perché, proprio in questi giorni, il Cavaliere cerca di sciogliere l'ingarbugliato nodo dell'alleanza con il Carroccio. Sebbene anche i leghisti a mezza bocca confermino che non ci sono ostacoli insuperabili per giungere a un accordo, l'accordo ancora non si perfeziona. Non hanno fretta quelli del Carroccio: «C'è ancora tempo ma sono fiducioso», è l'unica considerazione che si riesce a strappare al senatore Roberto Calderoli, ieri a Montecitorio per l'elezione andata a vuoto dei due giudici della Consulta. Si dice che sia imminente un incontro risolutore tra Berlusconi e Salvini ma una data certa ancora non c'è. E poi c'è l'Ncd.
Il Cavaliere, che ieri ha riunito i big di Fi per parlare proprio di alleanze in vista delle Regionali, osserva con attenzione anche quello che sta accadendo tra gli alfaniani, appena colpiti dal caso Lupi; e fa una fosca previsione: «Ci sarà un terremoto anche tra di loro...». Un'ipotesi che tuttavia non lo fa esultare, anzi: «Dobbiamo stare tutti uniti e invece il centrodestra si sta frantumando. E l'unico che incassa è Renzi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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