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Flop 80 euro: quasi 2 milioni devono restituirlo

Molti italiani hanno accumulato redditi supplementari superando la soglia del bonus

Flop 80 euro: quasi 2 milioni devono restituirlo

Roma - Gli 80 euro in busta paga sono stati un prestito temporaneo per circa 1,7 milioni di italiani.

Dai singoli casi di cronaca di qualche tempo fa, con le proteste dei contribuenti costretti a restituire il bonus di Matteo Renzi, si passa alle cifre ufficiali contenute nel rapporto del ministero dell'Economia sui redditi degli italiani nel 2015. Il bonus mensile è andato è andato a 11,2 milioni di contribuenti, che in media hanno percepito 800 euro, ed è costato 9 miliardi.

Poi ci sono circa 966mila che hanno dovuto restituire integralmente gli 80 euro in sede di dichiarazione, mentre 765mila soggetti hanno dovuto restituire solo una parte del bonus ricevuto. Un milione e 761 mila italiani, quindi, si sono illusi per poco tempo.

Si tratta generalmente di contribuenti che si avvalgono del sostituto di imposta e sono titolari di redditi extra rispetto allo stipendio. Il reddito totale dei lavoratori dipendenti è risultato superiore alla soglia fissata per avere diritto al bonus, cioè 26mila euro. Ci sono poi i casi in cui l'imposta è risultata inferiore alle detrazioni. In questo caso è il contribuente ad avere ricevuto la restituzione delle ritenute versate indebitamente. In tutto 697 milioni di euro, a fronte di 508 milioni di bonus restituito.

Un fastidio, più che un'ingiustizia. Ma anche la dimostrazione di quanto il meccanismo del bonus rispetto ad un taglio delle tasse risulti farraginoso e di difficile applicazione. Il rischio di dovere restituire la somma ricevuta in busta paga perché oltre allo stipendio c'è un affitto o dei compensi esterni, vanifica l'effetto psicologico. Che peraltro, come riportarono le cronache del 2015, non di fu. I consumi non aumentarono nell'anno del bonus e i soldi intascati dai lavoratori dipendenti, andarono in risparmi sotto il mattone o, nella migliore delle ipotesi, in pagamenti di bollette.

Nell'analisi del ministero mancano gli italiani che hanno dovuto restituire il bonus percepito impropriamente perché il reddito è inferiore ai 7.500 euro e quindi non pagano imposte. Nel 2015 sarebbero stati oltre 340mila.

Dall'analisi Irpef del ministero dell'Economia emergono altri aspetti relativi al bonus di Renzi. A livello territoriale la metà è andata al Nord. Al centro il 20,3% e al sud il 19,8%. Ma nel 2015 l'incremento maggiore rispetto al 2014 si è registrato nel Mezzogiorno: più 50,2%. Il picco di incidenza del bonus si è registrato nelle Marche, con il 58,7% rispetto a una media nazionale del 53,4%.

Il rapporto mette in luce un altro aspetto del bonus. La maggior parte, il 77,3%, è andato a contribuenti con redditi tra 12 e 26 mila euro. Una delle critiche che fu rivolta a Renzi fu proprio che la maggior parte della spesa sostenuta sarebbe andata a redditi medi.

L'Istat certificò che un terzo della spesa va alle famiglie collocate nelle fasce più povere della popolazione.

Tra gli esclusi dal bonus i pensionati, che sono stati però destinatari di altre misure nell'ultima legge di Bilancio, in particolare con l'innalzamento della no tax area.

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