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Il flop della regolarizzazione dei migranti

Solo 20mila domande a fronte delle 500mila attese. Ma si assumono impiegati

Il flop della regolarizzazione dei migranti

Con l'approvazione del Dl Bellanova e la riapertura della stagione degli sbarchi sono ripartite di pari passo anche le consistenti poste economiche da dirottare sui capitoli di spesa per l'accoglienza e la regolarizzazione degli immigrati. Sebbene i numeri conteggino non oltre 20mila domande a fronte di 500mila attese, non manca l'impegno economico extra del Viminale per incrementare con funzionari dedicati il numero di addetti agli sportelli unici per l'immigrazione. Insomma il flop della regolarizzazione dei migranti economici non demotiva il governo giallorosso anzi, diventa uno stimolo per fare nuove assunzioni.

Si ingaggeranno, tramite lavoro interinale, ben 800 impiegati a tempo determinato da impegnare all'uopo presso le prefetture. Costo dell'operazione 18 milioni più Iva, vale a dire oltre 23 milioni di euro per sei mesi di lavoro, con contratto rinnovabile e a ciascuno degli operatori verrà garantito uno stipendio annuo di 25mila euro. Alle speranze oramai sconfortate della ministra dell'Agricoltura risponde il leader della Lega Matteo Salvini, che assieme al predecessore della Bellanova, Gian Marco Centinaio, propongono un voucher semplificato per offrire lavoro a migliaia di italiani: «Ben 5mila nel solo Trentino, per la raccolta di uva e mele e con la possibilità di coinvolgere anche i percettori di reddito di cittadinanza che però non perderanno il sussidio. Mentre la sanatoria della Bellanova si conferma una sciagura che non aiuta il mondo agricolo. È inutile e pericoloso cercare manodopera straniera, magari dalla Romania dove il rischio contagio è alto». Al contempo però si ricominciano anche a riattivare i bandi di gara per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale: a Trapani si cerca di incrementare la presenza di stranieri con un appalto che prevede la gestione di un centro di 300 posti per oltre 5 milioni e mezzo più Iva che invece, per l'anno successivo, corrisponderà a un numero complessivo di ospiti raddoppiato e importo annuo di 11 milioni. A Palermo invece, è partita la ricerca per il trasporto dei richiedenti asilo, tramite pullman a noleggio e a chiamata con conducente. Ma questa è una bazzecola rispetto agli sforzi che la prefettura di Palermo e quella di Catania stanno mettendo in campo.

A parte l'impegno di spesa per oltre 4 milioni di euro per l'ingaggio della nave Azzurra che servirà per la quarantena degli immigrati, sbarcati a luglio in entrambe le città, si vuole fare di più. L'intento di portare più immigrati positivi al Covid in Italia non sembra lontano dalla distopica realtà. Già, perché si stanno cercando centri adeguati a ospitare persone in isolamento sanitario e con sorveglianza attiva. A Catania si impegneranno circa 200mila euro per ogni un gruppo di 50 stranieri che soggiornerà coattivamente nel comprensorio prescelto. Altrettanto a Palermo dove però la richiesta arriva fino a 300 ospiti. Vale a dire che i costi saranno sei volte maggiori.

Ma nessuno si perde d'animo, il business non si lascia intimorire dal Covid.

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