«Per anni ci è stata raccontata la favola che i 5 Stelle rappresentavano un argine all'estrema destra. Si sono invece trasformati nel taxi che ha portato l'estrema destra addirittura al governo. E il peggio potrebbe non essere arrivato». L'analisi arriva da Micromega e suona come un implicito mea culpa per non aver fiutato il pericolo della leadership di Matteo Salvini, o almeno per averlo ampiamente sottovalutato, mentre adesso quella che fu la Lega Nord e non si sa che cosa diventerà veleggerebbe intorno al 30 per cento. Da qui il dilemma: staccare la spina o continuare a dare ossigeno all'alleato cannibale?
Cuore pensante dei 5Stelle che guardano a sinistra, la rivista di Paolo Flores d'Arcais sosteneva la politica neo-girotondina ispirata da giuristi come Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà, candidato al Quirinale in quella che sembra un'altra era geologica e non solo perché Rodotà ha lasciato questa terra. Beppe Grillo nel 2012 evocava addirittura l'allarme svastiche per presentare il suo movimento come un argine alle «Albe dorate, gente che emula Hitler». Lo cita proprio su Micromega Cinzia Sciuto in un'analisi sui «dilemmi a 5 Stelle».
Così, tanti elettori hanno votato grillino immaginando un accordo con il Pd, come sosteneva il vate Marco Travaglio, anche lui sulla via del pentimento. È di pochi giorni fa l'articolo in cui Travaglio si chiede se non sia il caso di staccare la spina a questo governo. E però, come prevede con timore e tremore anche Micromega, far cadere Conte significherebbe «srotolare un tappeto rosso» a Matteo Salvini premier di una coalizione con gli storici alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Inutile dire come a queste latitudini la sola ipotesi accenda lampi di orrore e avversione.
Perché ecco che cos'è il Carroccio visto da Micromega: «La Lega che gioca a dadi con i corpi e le vite di qualche centinaio di persone tenute chiuse in una nave, che non vuole il reato di tortura perché altrimenti la polizia non potrebbe fare il suo lavoro, che vuole armare i cittadini italiani fino ai denti, quella che rappresenta il volto più truce della peggiore destra, illiberale, reazionaria, strafottente nei confronti dello Stato di diritto».
Last but non least, anche Grillo ha lanciato il suo altolà e ricordato che l'accordo con la Lega si basa su «accordi precisi», primo fra tutti il reddito di cittadinanza, da lui trasformato in «diritto naturale ad avere un reddito, non un lavoro».
Teorie esposte in un dialogo con l'ex guerrigliero tupamaro e presidente dell'Uruguay Pepe Mujica, quanto ci può essere di più lontano dal presidente ungherese Viktor Orbàn, accolto con tutti gli onori da Salvini a Milano. Contraddizioni destinate a esplodere a breve, alla velocità con cui si avvicinano le Europee 2019.
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