Formigoni appena assolto Ma il pm chiede nove anni

All'indomani dell'archiviazione per la discarica, stangata sul caso Maugeri. L'accusa: "Era il capo". Il senatore: "Teorema fantascientifico, una fiction"

Formigoni appena assolto Ma il pm chiede nove anni

La Procura di Milano chiede nove anni di carcere per Roberto Formigoni per il caso Maugeri. La conclusione della requisitoria arriva all'indomani del proscioglimento dell'ex governatore lombardo nel processo di Bergamo sulle presunte tangenti per il progetto della discarica di amianto a Cappella Cantone, nel Cremonese. Il gip ha infatti archiviato le accuse su richiesta dei pm.

A Milano Formigoni risponde di associazione per delinquere e corruzione. Nella requisitoria - sottolinea il suo legale, Luigi Stortoni - «ci sono molte suggestioni. Ma non ci sono prove concrete perché nessuno ha mai detto di aver dato qualcosa». Il senatore Ncd aggiunge: «Quello del pm è un teorema fantascientifico, una vera fiction». Laura Pedio e Antonio Pastore hanno chiesto altre nove condanne, in particolare otto anni e otto mesi per l'ex imprenditore Pierangelo Daccò e per l'ex assessore lombardo Antonio Simone. Per l'accusa, il senatore di Ncd sarebbe stato «il capo e il promotore di un gruppo criminale che ha fatto commercio privato delle funzioni pubbliche». Il sistema di corruzione che in Lombardia sarebbe durato dieci anni (dal 2002 al 2012), «senza l'adesione di Formigoni non sarebbe nato». La tesi della Procura è che l'ex governatore favorisse, grazie alla mediazione di Daccò, le fondazioni Maugeri e San Raffaele, cui assicurava delibere favorevoli e fondi pubblici. In cambio avrebbe ottenuto non solo denaro in contanti ma anche «altre utilità».

Proprio su queste «altre utilità», i pm si sono soffermati ieri in aula. Tutte pagate dal lobbista Daccò e dal suo ex socio Simone «per lo svago» dell'ex presidente lombardo. Si tratterebbe di soggiorni su yacht, vacanze ai Caraibi, l'uso di una villa in Costa Smeralda, cene in ristoranti stellati per un totale calcolato dagli inquirenti in 8 milioni di euro. Secondo la ricostruzione, le barche di Daccò sono state per anni «nella disponibilità esclusiva» del senatore e di Alberto Perego, anche lui dei Memores domini e suo convivente per 30 anni. «Sugli yacht - ha affermato Pedio - i due invitavano gli amici del loro entourage. Daccò garantiva un servizio completo. Oltre all'imbarcazione, benefit come una macchina, i marinai di servizio, il cibo, le casse di champagne. Di tutti i costi Formigoni e l'amico non sostenevano neppure un centesimo».

Ci sarebbero poi cinque vacanze ai Caraibi per le feste di Capodanno, «in resort di lusso, interamente pagate da Daccò». Il valore sarebbe di 638mila euro più 18mila per i voli. La villa in Sardegna era dell'imprenditore, ma per anni l'avrebbero usata l'ex governatore e Perego. Ai due amici nel 2011 è stata venduta per 3 milioni di euro. «Un prezzo di favore - sostengono i pm -: l'immobile ne valeva almeno 4 e mezzo». L'ex governatore, ha concluso Pedio, «ha mentito in aula e lo ha fatto da senatore». Il 16 maggio parlerà la difesa.

«Non sarà difficile - afferma Formigoni - smontare questa assurda e irrazionale costruzione. Il pm raggiunge le vette del ridicolo quando si sofferma sulle cosiddette utilità. Basti un esempio: essere ospitato su una barca per alcuni giorni ha coinciso con il diventarne proprietario».

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