Forza Italia cambia rotta e si prepara al test dell'Aula

RomaIl giorno dopo il «crac» del Nazareno, Forza Italia si interroga su come lanciare un segnale di discontinuità nella condotta parlamentare delle prossime settimane.

La prima «chiamata» è quella della Camera, dove dal 10 febbraio, dopo lo stop imposto dall'elezione del capo dello Stato, riprenderà l'esame delle riforme costituzionali, con un calendario fittissimo e sedute-fiume fissate dalle 9 alle 23. Complessivamente devono essere effettuate circa 1600 votazioni su articoli, emendamenti e subemendamenti per un totale di 26 ore di lavoro. Dopo gli emendamenti, ci sarà l'esame degli ordini del giorno e il dibattito finale. Un cammino su cui il partito di Piazza San Lorenzo in Lucina appare deciso a mettere in campo un ostruzionismo ragionato, al grido di «basta con le immotivate forzature» e «no» a un calendario che impone un cammino a tappe forzate senza ascolto delle opposizioni, dimenticando le vere priorità del Paese: quelle dell'economia e della giustizia. Non a caso ieri a Montecitorio Forza Italia ha iniziato a ragionare su come gestire tempi, emendamenti e disciplina d'aula. E il Mattinale - la nota redatta per i gruppi parlamentari azzurri - ha offerto una sintesi chiara della nuova linea: «Niente sarà più come prima. Nel Parlamento, innanzitutto».

Al di là del cambio di rotta in aula, c'è anche una identità politica da rilanciare. Un ritorno a valori e priorità capaci di riaccendere la scintilla del rapporto con l'elettorato. «Dobbiamo recuperare il nostro spazio politico» dice Maurizio Gasparri. «Superato il patto del Nazareno, sul campo delle riforme difenderemo le nostre scelte e le nostre priorità. Partite Iva, contrasto all'immigrazione clandestina, lotta al fisco che massacra casa e famiglie, i problemi dell'occupazione, sicurezza dei cittadini, tutela degli anziani e tante altre questioni devono essere la nostra assoluta priorità con una serie di manifestazioni e di iniziative sul territorio. Il resto sono chiacchiere, politicismo fine a se stesso».

Naturalmente la partita interna e lo scontro di potere tra correnti venuto alla luce in questi giorni concitati non potrà risolversi in tempi brevi. In molti guardano al prossimo 8 marzo, giorno in cui Silvio Berlusconi concluderà i servizi sociali, come la vera data della «ripartenza». Una scadenza attesa anche dai dirigenti più giovani che starebbero costituendo una sorta di «asse dei quarantenni». Per il momento Raffaele Fitto ribadisce la sua linea della contestazione dall'interno e fa i numeri di quanti sono pronti a seguirlo. «Siamo in 40, tra deputati e senatori di Forza Italia, a perseguire la nostra battaglia e ad aver votato contro la riforma elettorale e le riforme costituzionali» dice a Radio 24 . Il tutto accompagnato da una sorta di ultimatum: «Chiedo l'azzeramento di tutti i vertici del Partito e mi auguro che Berlusconi prenda una decisione in questo senso. In caso contrario è chiaro che lo scontro sarà sempre più ampio». Fitto non vuole personalizzare troppo il conflitto. «Berlusconi è un'icona. E quindi non è che si mette in discussione l'icona. Si mette in discussione tutto ciò che si fa». C'è una luce, però, individuata in fondo al tunnel: «Io penso che la gran parte dei nostri elettori si sono rifugiati nell'astensione e per questo possiamo recuperarli».

Un attacco frontale che agli occhi del senatore azzurro Altero Matteoli rischia di tradursi in un danno per Forza Italia tutta: «Queste polemiche interne - dice - non sono comprensibili per gli elettori e portano dritti al disastro». Mariastella Gelmini, invece, lancia un «contro-avvertimento»: «Se qualcuno pensa di fare saltare i nervi a Berlusconi, sappia che lui ha nervi d'acciaio».

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