Milano - I poltronari (stando al neologismo salviniano) non abitano a Forza Italia. A dispetto delle tante Cassandre che vedevano frotte di «responsabili» emigrare verso il Conte bis e, adesso, verso il Conte ter, la squadra azzurra resta compatta. Sono state offerte, dicono, tante poltrone, anche di grande prestigio e in ruoli chiave ma le sirene renziane non sono riuscite a centrare l'obiettivo. «Per salvare le poltrone di Conte, Taverna, Di Maio, Bonafede e altre nullità stanno ammazzando l'Italia. Ma Mattarella può assistere inerte a questo scempio? - si chiede il senatore azzurro Maurizio Gasparri - Inseguono parlamentari, agiscono secondo logiche che contestavano e che mettono in atto con una mentalità vergognosa. Basta. Elezioni subito. Conte e i grillini vanno cancellati democraticamente. Sono ignoranza e distruzione dell'Italia. Ora basta». Il quadro istituzionale che ci troviamo di fronte, secondo Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, «umilia la politica». Questo Paese - spiega la senatrice azzurra - ha un governo soltanto dal punto di vista formale. Un governo - aggiunge - che è «impegnato in una guerra quotidiana contro sé steso e che di fatto non governa più». A impensierire i vertici azzurri è soprattutto l'ultima visita di Conte al Quirinale. «Abbiamo appreso - aggiunge la Bernini - che il premier non sa più se ha una maggioranza e quale essa effettivamente sia: se con Italia Viva, se con i secessionisti renziani o se con presunti responsabili in sonno al Senato». La cosa che più fa paura è il fatto che «Conte non soffra di alcuna crisi di identità», aggiunge la senatrice azzurra, visto che il premier è stato capace di guidare prima una maggioranza gialloverde, poi una giallorossa e che sia ancora in cerca di altre stampelle per puntellare la sua sempre più traballante premiership.
Forza Italia intanto si prepara con febbrile attesa per vedere cosa succederà in aula a Montecitorio il prossimo 24 febbraio quando, come ricorda l'azzurro Enrico Costa, autore del disegno di legge per abolire in toto la riforma Bonafede e salvare quindi l'istituto giuridico della prescrizione, si conteranno i voti sugli emendanti della stessa riforma. «Il Pd oggi vede ai vertici molti ex Pci - spiega Costa -. E costoro, quando sono alle strette, anziché fare autocritica, preferiscono demonizzare l'avversario, interno o esterno, inventandosi di tutto pur di mettere zizzania. Per creare subbuglio nell'opposizione si inventano i responsabili, per indebolire i loro alleati agitano le possibili defezioni: tutto pur di non ammettere che sulla prescrizione il Pd si è spalmato sui 5 stelle, i quali infatti, Bonafede in primis, gongolano. Sperano che sia finita così. Che ci si spaventi dei loro bluff, delle loro invenzioni. Il 24 febbraio in aula, sulla prescrizione, ci divertiremo. E, a differenza dei Dem, non molleremo questa battaglia liberale».
In settimana si riunirà a Palazzo Grazioli il coordinamento del partito.
Nel frattempo, nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina, si lavora a testa bassa sul programma elettorale senza dare troppo peso alle magagne di Conte e di Renzi. Semmai puntando a definire gli ultimi dettagli degli Stati generali che si terranno il prossimo 22 marzo a Napoli.
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