Politica

Forza Italia-Lega, il patto di Milano

Accordo pronto: Comunali viatico per Palazzo Chigi. Il Carroccio: «Candidato non di partito»

Il patto c'è e ha tutta l'aria di essere solido. Il fatto che manchi il nome del candidato sindaco, poi, ne accentua il significato politico. Forza Italia e Lega sono pronte a rinnovare l'alleanza che ha retto per 20 anni il centrodestra italiano. Partendo da Milano per arrivare al governo del Paese. Dopo qualche tira e molla, e dopo ripetuti appelli azzurri al senso di responsabilità, il leader leghista Matteo Salvini ha definitivamente aperto a un'alleanza complessiva. L'apertura è stata ovviamente declinata come un viatico per l'accordo su Palazzo Marino. «Concordo con le parole di Salvini - ha subito commentato Gelmini, coordinatrice regionale azzurra - rifacciamo il centrodestra, con l'alleanza Lega-Forza Italia, per dare una alternativa al Paese. Rifacciamo il centrodestra da Milano - ha aggiunto - Perché è a Milano che è nata l'alleanza liberale, è a Milano che il Paese si apre all'innovazione e al mondo, è a Milano che l'Italia riparte». Gli altri alleati hanno preso atto del nuovo clima di fiducia: «A Milano il centrodestra c'è già. In Comune, dopo 14 anni di amministrazione, dal 2011 facciamo opposizione in modo coeso» ha detto Riccardo De Corato, a lungo vicesindaco. E anche il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, Alessandro Morelli, non vede il tutto come una svolta. Semmai come l'evoluzione di un percorso che tiene conto anche delle condizioni (vedi una legge elettorale che impone alleanze): «Governiamo insieme in Veneto, Liguria e Lombardia - ci ha detto - fino a prova contraria Forza Italia fa parte di questa compagine».

L'accordo - questo è l'immediato effetto milanese - allontana le primarie. Che piacciono a pochi. «Noi vogliamo evitarle - spiega Morelli - non perché abbiamo paura, anzi oggi siamo i più strutturati, ma abbiamo visto che a sinistra finiscono regolarmente male, fra scontri e denunce. Anche nelle amichevoli ci scappa uno sgambetto. E poi hanno prodotto i peggiori sindaci d'Italia, fra cui Giuliano Pisapia e Ignazio Marino». Resta dunque il candidato da trovare: «Noi i nostri nomi li abbiamo - dice Morelli - sia nomi da condividere sia nomi più nostri». Dunque la linea è chiara: «Vogliamo un nome condiviso - spiega il capogruppo - se poi si arrivasse alle primarie faremmo scelte molto leghiste». Il Carroccio è pronto all'accordo, quindi, su un candidato sindaco non troppo «di partito». Un nome che Forza Italia possa considerare a pieno titolo suo e i leghisti non estraneo. Alla Paolo Del Debbio (l'anchorman con cui i vertici locali del Carroccio si sono confrontati anche di recente) se non fosse che l'interessato continua a chiamarsi fuori.

E mentre a sinistra si moltiplicano i veti contro Ncd (o contro Cl), vedi le uscite di Pierfrancesco Majorino e Carlo Monguzzi, i centristi chiedono pari dignità nel tavolo di centrodestra. «Se l'alleanza Fi-Lega apre a tutte le forze politiche del centrodestra noi siamo chiaramente disposti a sederci a un tavolo - avverte il vicecoordinatore milanese Ncd Federico Illuzzi - Diversamente noi il nostro candidato già ce l'abbiamo.

Maurizio Lupi».

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