La proposta di federazione del centrodestra di Salvini, per unire la Lega e Forza Italia, ha un precedente storico molto importante negli anni '80, con il Caf (Craxi, Andreotti e Forlani). Tra loro i voti non si contavano ma si pesavano e il Psi aveva diritti pari alla Dc, anche se aveva solo il 10-12% mentre la Dc arrivava almeno al 35%. Era la clausola della «Par condicio»: nonostante il divario di voti, il successo si giocava «all'esterno» del centro, esattamente come ora. Il Psi aveva diritto a guidare la coalizione per un turno, esprimeva il premier, il presidente della Repubblica, il presidente di una delle due Camere, la presidenza della commissione Bilancio in una Camera e delle Finanze e Tesoro nell'altra. Tocca alla Lega, adesso, chiarire che fra Forza Italia e Lega c'è par condicio. Il Caf era eterogeneo, mentre quella che Salvini ha chiamato federazione è molto di più di una coalizione tipo Caf, perché Forza Italia e Lega hanno programmi diversi, ma omogenei. Sul fisco, sul rapporto fra governo e mercato (meno governo e più mercato), sulla vicinanza ad autonomi e piccole imprese, sulle grandi opere con procedure rapide e sull'iniziativa privata, regionale e locale contro il centralismo. Se Forza Italia è storicamente liberale, la Lega mercatista è storicamente anti-euro. Oggi però, con il Recovery Plan, sta virando sull'apertura all'eurozona. Entrambi a favore del Sud, ciascuno con posizioni articolate; entrambi cattolici, ma Forza Italia chiaramente umanitaria; entrambi per il produttivismo, entrambi anti-cinesi, filo-americani, ma tolleranti con la Russia; entrambi con marcata preferenza per Israele nel conflitto mediorientale, ma differenti per le politiche umanitarie. Senza Forza Italia, la Lega manca di una adeguata certificazione europea. Una coalizione a tridente con tutto il centrodestra è una strategia di marketing più differenziata e complessa. La formulazione è analoga a quelle di alcuni grandi gruppi industriali. Fatti i dovuti, inevitabili distinguo, ricorda la strategia multi brand di marketing economico del gruppo Ferrero. Un brand principale che tiene insieme gli altri storici marchi. La Lega è la Nutella, Forza Italia il prodotto della tradizione. I consumatori oggi sempre di più si rivolgono alle grandi marche, perché la varietà è garantita solo dal multi-brand. Parallelamente, il multi-brand - con un prodotto storico che lo garantisce e un modello duale omogeneo - funziona anche nel marketing politico. Ha un successo maggiore di quello che avrebbero i singoli addendi. Ma ciò dipende dal fatto che le offerte del nucleo, il «core», sono simili.
Se fossero eterogenee, il risultato sarebbe minore della somma degli addendi. Certo, rimane un ultimo dettaglio: la par condicio che consentì al Caf di funzionare. È questo il punto cruciale di una alleanza che potrebbe risultare vincente.
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