Roma - Berlusconi prepara la campagna per il «No» alle riforme e sente odore di spallata al premier. Anche perché nella pattuglia dei centristi si annidano almeno sette parlamentari dubbiosi. Sono i cosiddetti «mollatori», ossia coloro che tempo fa hanno mollato il Cavaliere (alfaniani e verdiniani, ndr) ma che adesso stanno meditando il rientro verso Arcore. Ovviamente una delle condizioni è che al referendum d'autunno si schierino per il «No» nonostante in Parlamento abbiano votato luce verde al ddl Boschi. Tra questi c'è qualche senatore di Ncd, peraltro vicino a Lupi; un paio di esponenti di Ala e un senatore eletto nelle fila di Scelta civica. A favorire tutte queste crepe nel muro dei centristi c'è anche il ruolo di Stefano Parisi che, con il suo cantiere di centrodestra, attira i moderati verso di sé. Berlusconi, dal suo buen retiro sardo di villa Certosa, continua a sostenere il lavoro di Parisi, peraltro ben visto dalla figlia Marina. L'ex candidato sindaco di Milano per il centrodestra, che s'è preso qualche giorno di vacanza con la famiglia, lavora su due tavoli: uno è quello del rinnovamento di Forza Italia, separando il grano dal loglio; l'altro è quello della grande convention di metà settembre per metter su un'area moderata alternativa a Renzi.
Un Renzi in grande difficoltà e che si gioca tutto con il referendum confermativo alle sue riforme. Il premier, consapevole di essere in calo nei sondaggi, vorrebbe posticipare la consultazione, sperando in una ripresa delle proprie quotazioni. Ma le opposizioni, azzurri in testa, incalzano. Brunetta è lesto a dare il senso della battaglia: «In autunno vincerà il No e Renzi andrà a casa, andrà in esilio in quel di Rignano con i suoi cari. Per un serio e strutturato dibattito sul merito c'è il nostro sito, un pozzo inesauribile di informazioni, www.comitatoperilno.it». E pure il senatore Marco Marin non vede l'ora di «fare giustizia e mandare a casa un governo che ha affittato abusivamente Palazzo Chigi». Anche l'azzurro Francesco Paolo Sisto chiede che Renzi non tergiversi: «Ora che la Cassazione ha dato il via libera al referendum, dal governo ci si aspetta una sola cosa: la data della consultazione. Possibilmente evitando ponti e strategie che strizzino l'occhio all'astensionismo».
Già, la data è fondamentale. E pure la Lega morde il freno: «Renzi indichi subito la data nella quale ha deciso di farci votare, senza inutili perdite di tempo e senza prendere in giro gli elettori - dice il senatore Roberto Calderoli - Si voti il prima possibile, per non prolungare oltre l'agonia di un governo che ormai sa già di essere sulla strada del tramonto».
In ogni caso la partita sarà apertissima posto che gli ultimi sondaggi fotografano un testa a testa
tra i «Sì» e i «No». E soprattutto - dai dati Emg per La7 - crescono gli indecisi che raggiungono quota 42 per cento. Un esercito che potrebbe far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. E Berlusconi spera e sospira.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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