Forza Italia riparte dal «laboratorio Milano»: è il modello per rilanciare il centrodestra

Torna il sereno tra gli azzurri: convention unitaria quando il Cav starà bene

Fabrizio de Feo

Roma Nel giorno in cui Silvio Berlusconi esce dal reparto di terapia intensiva cardiochirurgica per tornare in degenza, il clima dentro Forza Italia si fa più sereno. Il Cavaliere, raccontano, è lucido, chiede informazioni sulle vicende politiche e non nasconde il proprio ottimismo per i ballottaggi. C'è perfino chi non esclude che tra poche settimane possa tornare operativo e recuperare pian, piano il suo ruolo di regista a distanza. A lui arrivano anche gli auguri di Giorgia Meloni - «Sono ottimista perché so che è un leone e supererà questo ostacolo con la forza di sempre» -di cui Forza Italia ha apprezzato l'intervento distensivo a favore di Gianni Lettieri a Napoli.

L'attenzione è inevitabilmente puntata sul voto di domenica, ma nonostante le mille difficoltà e gli errori commessi, la percezione è quella di un clima positivo, certificata da segnali che arrivano dal territorio con il ritorno a casa di alcuni transfughi. Inoltre le stesse alleanze potrebbero presto tornare ad assumere forme più «naturali». Il successo del «laboratorio Milano», infatti, potrebbe determinare contraccolpi parlamentari dentro Ncd dove alcuni senatori iniziano a parlare esplicitamente di addio al governo Renzi nel mese di ottobre. Naturalmente in questo senso il voto nel capoluogo lombardo potrebbe fare la differenza, nel senso che potrebbe fare da calamita rispetto a un progetto vincente.

La vittoria di Milano è «un simbolo da dedicare a Berlusconi», dice all'Adnkronos Giovanni Toti. In casa Forza Italia il coro è unanime: dalla conquista di Palazzo Marino può ripartire un nuovo centrodestra capace di parlare a tutti con credibilità, riunendo uno spettro allargato di posizioni e recuperando delusi e astenuti. Le tensioni degli ultimi giorni si stanno stemperando e mercoledì sera c'è stata anche una telefonata tra Giovanni Toti e Antonio Tajani che potrebbe preludere a un accordo per una ricostruzione territoriale di Forza Italia, con la fine delle tensioni interne scoppiate in questi giorni, in attesa che Berlusconi detti la sua visione per il rilancio del partito scegliendo se puntare sul cosiddetto «asse del Nord» o su un nuovo modello politico.

Di certo molti esponenti di Ncd in rotta con Angelino Alfano, stufi della subalternità al renzismo e delle scelte a «geometria variabile» compiute per le Amministrative stanno alzando il pressing sulla leadership del partito e da lunedì inizieranno a uscire allo scoperto. Sia Renato Schifani al Senato sia Maurizio Lupi guardano con attenzione al risultato di Parisi, decisi a far contare la loro volontà di creare una aggregazione di centro che possa diventare il baricentro del nuovo centrodestra.

Altri invece potrebbero dirigersi verso Scelta Civica o verso Ala di Denis Verdini. Anche dentro Forza Italia nei giorni scorsi si era iniziato a confrontarsi su una possibile convention unitaria da organizzare nel mese di luglio, ma la malattia di Berlusconi ha convinto tutti a rinviare il progetto.

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