Cronache

Forza Italia sommersa di telefonate

Fontana: la sede resta aperta, dimostrazioni d'affetto dalla base

Forza Italia sommersa di telefonate

È un tempo di attesa e preoccupazione dentro Forza Italia, giorni in cui ogni parlamentare o rappresentante azzurro viene fermato per strada e investito da una domanda secca e diretta: «Come sta Berlusconi?». Il tutto accompagnato dagli auguri di pronta guarigione da girare al Cavaliere. Manifestazioni di affetto spesso inattese e provenienti anche dagli avversari politici che testimoniano quanto sia cambiata nel tempo la percezione popolare del presidente di Forza Italia, al netto di chi non riesce a uscire dal labirinto del rancore.

«La sede nazionale di Forza Italia, che in questo fine settimana è aperta e operativa, sta ricevendo un flusso continuo di telefonate e di mail da militanti, simpatizzanti, comuni cittadini che chiedono notizie del presidente Berlusconi e vogliono esprimergli vicinanza. Un'ennesima imponente dimostrazione di affetto per il nostro leader, che non viene solo dagli attivisti, ma da tanti italiani di ogni colore politico», racconta Gregorio Fontana, responsabile Organizzazione di Forza Italia. «Non si dovrebbero avere sentimenti di odio verso chi è malato», ha detto la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina commentando le polemiche sulla ricerca dell'«untore».

L'attenzione verso Berlusconi non manca neppure da parte dei leader di centrodestra. Giorgia Meloni ha chiamato più volte per avere notizie, Matteo Salvini, invece, è tornato a parlare con i giornalisti a margine del Forum Ambrosetti: «Ieri mi sono sincerato delle sue condizioni tramite alcune persone a lui vicine. Non sono abituato a disturbare qualcuno che è in un letto di ospedale, però gli rimando i miei auguri più forti. Le notizie sono positive e non vedo l'ora di tornare a incontrarlo, non a distanza ma in presenza». Chi si sofferma sul suo rapporto di lunga data con Berlusconi è Vittorio Sgarbi. Intervistato da Repubblica il critico d'arte spiega le sue posizioni rispetto all'allarmismo circolato sulla possibile seconda ondata del virus. «Berlusconi vive male il ricovero. Aveva fatto di tutto per evitare il contagio. Poi lotterà, come sempre. Siccome sa benissimo di avere molti nemici non vuole dar loro la soddisfazione di andarsene. Non ho mie teorie sul coronavirus, mi rifaccio direttamente a quelle dei professori Zangrillo, Clementi, Gismondi, Rigoli, che affermano che la letalità è ormai quasi azzerata. E Briatore, Zingaretti, Ascani e tantissimi altri ci dicono che dal Covid si guarisce. Se Silvio dovesse peggiorare allora vorrà dire che ho sottovalutato la cosa. Mi auguro vivamente di no». «Conosco Berlusconi dal 1989 - racconta -. Mi fece fare Sgarbi quotidiani, chiedendomi soltanto di non attaccare Andrea Barbato, che conduceva la Cartolina sulla Rai. Siamo diventati amici perché amiamo entrambi la vita. Una volta lo invitai a tenere la prolusione alla mostra Con gli occhi di Caravaggio al Museo diocesano a Milano. Arrivò all'ultimo, impreparato. Gli dissi due cose e fece un discorso meglio di uno storico dell'arte.

Poi mi chiese di presentargli la bionda in prima fila, era Vittoria Risi».

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