Francesco ai giovani: "Non siate zitelloni dovete essere fecondi"

Francesco ai giovani: "Non siate zitelloni dovete essere fecondi"

È un Francesco a tutto campo quello che celebra la messa di Pentecoste a piazza San Pietro. Un Francesco che spazia in tutto il suo repertorio sospeso tra modernità e antimodernità.

Il papa se la prende tra gli altri con i giovani, in un videomessaggio assai folcloristico in cui li sprona a «guardare il futuro, perché la vita non finisce qui. Nessuno di voi è nato per essere zitellone o zitellona, nel senso spirituale. Forse tanti di voi non si sposeranno, ma dovrete essere fecondi e dare questa gioia vostra come fecondità agli altri». Meno divertito ma più ficcante l'intemerata di Bergoglio sulla nostra tendenza a cercare rassicurazione nel simile, perdendo l'occasione per aprirsi al confronto: «Sempre c'è la tentazione di costruire nidi: di raccogliersi attorno al proprio gruppo, alle proprie preferenze, il simile col simile, allergici a ogni contaminazione. Dal nido alla setta il passo è breve, anche dentro la Chiesa». È un'epoca di disarmonie che sono «diventate vere e proprie divisioni: c'è chi ha troppo e chi nulla, c'è chi cerca di vivere cent'anni e chi non può venire alla luce».

C'è anche il quasi inevitabile capitolo tecnoscettico: «Nell'era dei computer si sta a distanza: solo contatti, più social ma meno sociali». L'uso compulsivo degli smartphone porta con sé la «fretta» che porta a cercare una «soluzione rapida, una pastiglia dietro l'altra per andare avanti, un'emozione dietro l'altra per sentirsi vivi»; e la «cultura dell'insulto». «Quante volte si definisce la propria identità contro qualcuno o contro qualcosa! Lo Spirito Santo, invece, congiunge i distanti, unisce i lontani, riconduce i dispersi.

Fonde tonalità diverse in un'unica armonia, perché vede anzitutto il bene, guarda all'uomo prima che ai suoi errori, alle persone prima che alle loro azioni. Figli e fratelli: sostantivi che vengono prima di ogni altro aggettivo». La riposta? Accorciare ogni «distanza» ed eliminare le «differenze» tra le persone.

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