Francia, braccio di ferro sulle multe dei poliziotti

Il Prefetto: "Troppe contravvenzioni, le paghino loro". La replica: "Jihadisti, attraversate solo con il verde"

Francia, braccio di ferro sulle multe dei poliziotti

Dimenticate lo scontro tra manifestanti e uomini in tenuta anti-sommossa. A Parigi volano gli stracci tra i sindacati di polizia e la prefettura. Dopo mesi di mugugni per turni extra, ferie saltate a causa degli eventi internazionali nella capitale e il clima di costante allerta terrorismo, la prefettura di Parigi (PP) chiede ai poliziotti di pagarsi le multe per eccesso di velocità. La nota rivelata ieri da Le Parisien, datata 24 agosto e firmata dal capo di gabinetto del super-prefetto Michel Cadot, comunica che: «Per le infrazioni più gravi, gli agenti alla guida delle auto di servizio sono invitati a regolare l'ammontare delle contravvenzioni». La risposta dei poliziotti arriva dai rappresentanti sindacali, che definiscono la nota «aggressiva e minatoria», accusando la prefettura di ignorare l'impegno degli agenti in un contesto di minaccia terroristica.

La sigla Alliance sceglie il sarcasmo: «Rapinatori, ladri e pusher, per favore lasciateci la possibilità di interrogarvi, fermatevi al semaforo rosso...Terroristi attraversate solo quando l'omino diventa verde!». Il sindacato si chiede come la prefettura pretenda «sacrifici, vigilanza, e al tempo stesso minaccia sanzioni pecuniarie». Niente più inseguimenti? Meno attenzione alle radio che chiamano all'emergenza?

Nel mirino c'è l'uomo che dal luglio 2015 è al timone della macchina operativa che gestisce la sicurezza interna della capitale: dalle persone ai beni, dalle manifestazioni contro il «Jobs Act» (9 fermi questa settimana, due per violenze contro le forze dell'ordine) alla conferenza sul clima Cop21, fino agli europei di calcio. Il prefetto è il 62enne Michel Cadot che ai suoi ordini ha circa 27 mila poliziotti, ricorda Libération. Lui non commenta. Lo scivolone sarebbe opera del suo capo di gabinetto, che parla di numero di infrazioni, soprattutto per eccesso di velocità e mancato rispetto del semaforo rosso da parte delle auto di servizio, «cresciuto del 49% nel primo semestre 2016». Contro i terroristi, «vorrà dire che interverremo in bicicletta o prendendo la metropolitana», tuona il segretario generale di Unsa-Police, Philippe Capron.

Una fonte della prefettura interpellata da Le Parisien precisa che la nota «vuole essere un richiamo al rispetto del Codice della strada», un invito a «usare lampeggianti e sirene solo nei casi d'emergenza». C'è chi fa satira: è vero, ricorda una comico in tv, la prefettura di Cadot è anche responsabile della circolazione e dei trasporti.

Malgrado passaggi in alcuni gabinetti ministeriali della destra negli anni Duemila, Cadot era nella stessa classe di diplomati dell'Ena ('78-'80, la Voltaire) con François Hollande e Ségolène Royal. Il tecnico che tutti vorrebbero nella propria squadra, la vulgata comune per tratteggiare le sue capacità. Lo stesso sindacato di polizia ammetteva pochi giorni fa che «ha realizzato gran parte dei compiti a lui affidati dal ministro», dice Christophe Dumont, segretario nazionale Scsi. Ma «in un momento di pressione permanente aggiungevano ieri dall'Scsi la prefettura trova il tempo di redigere una nota completamente scollegata dalla realtà che ogni giorno vivono gli agenti».

Le ruggini tra la prefettura di Parigi e la polizia sono cresciute durante gli europei di calcio.

«Gli europei non sarebbero un problema se fossero l'unico evento dell'anno», affermava a maggio Christophe Rouget, portavoce Scsi, «ma c'è stato un accumulo. La polizia sta rinviando da tempo le vacanze e questo ha impatto sulla vita familiare, sul morale e potrebbe averlo anche sul lavoro».

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