Cronache

La Francia respinge i belgi alla frontiera

Avviso confuso da Bruxelles: centinaia di persone fermate al confine

La Francia respinge i belgi alla frontiera

A fare le spese delle riaperture a singhiozzo nel cuore dell'Ue, è stato il confine franco-belga. Da sabato mattina, un centinaio di auto provenienti dal Belgio sono state costrette a fare marcia indietro per un malinteso: il ministro dell'Interno di Bruxelles, venerdì sera, aveva lasciato intendere che ormai si potesse varcare il confine francese senza più giustificarne l'urgenza. Dallo shopping di vini, alla visita a un amico, per i belgi sembrava già il ritorno della normalità. Post-Covid anticipato? Neanche per sogno. Gli agenti francesi alla frontiera non avevano ricevuto alcuna comunicazione di «riapertura» da parte di Parigi. Confine chiuso. Non si entra. Come nel pieno lockdown.

«Sabato, più di un centinaio di veicoli hanno dovuto girare in tondo», racconta uno dei poliziotti in servizio al varco di Saint-Aybert, sull'autostrada che collega Bruxelles a Parigi: «Non abbiamo nuove direttive, controlli esattamente come prima». L'Agence France Presse parla di «caos e delusione» per le decine di auto ai caselli che anche ieri hanno provato a entrare in Francia convinte che si potesse. «Abbiamo visto il ministro belga in televisione venerdì sera», spiegano Yvon Mathurin e Paule Wetz, una coppia che non vedeva l'ora di riabbracciare figlia e nipoti ad Aniche, a soli 50 chilometri dal varco ma dentro l'Esagono. «Siamo delusi», dice con le lacrime agli occhi anche Renée Ringard, tra i turisti che confidavano nelle parole del ministro (in realtà un auspicio non raccolto dai francesi). Avrebbe voluto visitare il padre a Lille.

Per turismo o per shopping, tutti speravano di trascorrere del tempo con amici e parenti in Francia, complice il meteo favorevole. Ma la «vacanza» mordi e fuggi si è rivelata impossibile: mentre nei Paesi Bassi, in Germania e in Lussemburgo i belgi hanno potuto «sconfinare», il lato francese è rimasto chiuso. Eccetto per pendolari frontalieri o per accompagnare dall'altro genitore un figlio in custodia congiunta; altrimenti solo visite autorizzate a un anziano in una Ehpad (le case di riposo d'Oltralpe). Andre Dhaeyer, per esempio, voleva solo procurarsi un po' di formaggio e dell'acqua minerale. Pure lui, dietrofront.

Un portavoce del governo belga ha parlato di «confusione nelle comunicazioni alla stampa» e il ministro degli Esteri ieri ha chiarito che si può entrare in Belgio dalla Francia ma non il contrario almeno fino al 15 giugno: «Capisco la frustrazione, i francesi hanno deciso per il momento di non allentare le regole, avremmo dovuto essere più precisi», ha ammesso Philippe Goffin. Le scelte sono di competenza dei singoli Stati e l'area Schengen è un mosaico. Caotico e arbitrario. Parigi intanto ha riaperto il sagrato di Notre-Dame. Da ieri nuovamente accessibile dopo il rogo. I turisti belgi dovranno pazientare. «Sappiamo che i belgi sono bravi nelle tattiche a sorpresa», ha scritto su Twitter il sindaco olandese di Sluis ironizzando sul caos scatenato dal ministro.

Evocando la ripresa dei collegamenti tra Paesi Ue senza garanzie il governo ha illuso un cittadino su due, salvo scoprire che non c'era alcun coordinamento tra Belgio e Francia, costringendo i cittadini a percorrere a ritroso i 100 km verso Bruxelles.

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