Non solo la rabbia dei gilet gialli nelle strade francesi, che contano il secondo morto fra i manifestanti, un uomo di 37 anni investito da un furgoncino sulla N7 a Portes-les-Valence. Il presidente francese Emmanuel Macron deve fronteggiare in queste ore anche l'ira crescente dei sindaci riuniti a Congresso a Parigi, quella degli «infermieri dimenticati» scesi anche loro in piazza ma soprattutto la notizia di un'inchiesta preliminare aperta sull'origine non identificata di 144mila euro di donazioni ricevute nel 2017 dal suo partito, La République en Marche. La Procura di Parigi ha aperto ieri l'indagine dopo la segnalazione, avvenuta il 12 novembre di quest'anno, della Commissione nazionale dei conti della campagna e dei finanziamenti politici (Cnccfp), che ha denunciato alla procura fatti che possono costituire un'infrazione alla legislazione sulla trasparenza della vita pubblica. Assegni, bonifici o pagamenti elettronici sotto forma di doni vengono passati al setaccio per accertarne l'origine. Il controllo è affidato all'Ufficio di lotta contro la corruzione e le infrazioni finanziarie e fiscali (Oclciff).
È l'ultima tegola sulla testa di un presidente sotto assedio con i gilet gialli che per protestare contro il caro-benzina hanno promesso di bloccare la capitale nelle manifestazioni di sabato e intanto hanno innescato, con le loro proteste, una catena involontaria di «violenza inaudita» sull'isola della Reunion, dipartimento d'Oltremare francese. Dal canto suo, il presidente ha replicato dal Belgio, dove è in visita e ha incontrato il premier Charles Michel, offrendo la sua ricetta per superare la crisi: «È nel dialogo che possiamo uscire dalle proteste, nel confronto, nella capacità di trovare sia il giusto ritmo che le soluzioni sul terreno». Parole vaghe.
Intanto di dialogo ne servirà parecchio visto che alle proteste contro il caro-benzina si sono aggiunte quelle degli infermieri, che si dissociano dai gilet gialli ma denunciano il «disprezzo» del governo per la loro professione. In 660mila hanno risposto alla mobilitazione indetta da 16 organizzazioni sindacali. E come se non bastasse, in queste ore al Palazzo delle Esposizioni di Parigi, emerge anche l'insoddisfazione dei sindaci, riuniti per il 101mo Congresso annuale, che raccoglie 35mila amministratori. Nonostante la promessa fatta lo scorso anno, Macron non sarà presente.
Ha preferito inviare una lettera, in cui garantisce che non diminuiranno i finanziamenti pubblici ai Comuni. Oggi Macron riceverà un centinaio di sindaci all'Eliseo. «Sarebbe stato degno accoglierci. Da 18 mesi, il governo sta moltiplicando modi e metodi sbagliati», dice François Baroin, presidente dell'Associazione sindaci.
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