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Fratelli d'Italia contro la nuova strategia Ue: "Penalizza Made in Italy"

Fratelli d'Italia si scaglia contro il piano per la sostenibilità ambientale dell'Ue: "Penalizza il Made in Italy"

Fratelli d'Italia contro la nuova strategia Ue: "Penalizza Made in Italy"

Le velleità dell'Unione europea non sono cambiate nonostante la pandemia da Sars-Cov2: dalle parti di Fratelli d'Italia ne sono sicuri.

A Bruxelles la chiamano "Farm to Fork". Per il partito guidato da Giorgia Meloni equivale ad una penalizzazione del Made in Italy, con tutto quello che un declassamento comporterebbe per le casse delle aziende italiane. Non è certo questa la prima volta in cui i vertici dell'istituzione sovranazionale europea vengono chiamati in causa per quella che sarebbe una sorta di "svendita" o rivalutazione al ribasso dei nostri prodotti tipici, ma la fase economico-sociale che stiamo vivendo è caratterizzata da una sensibilità particolare. Se non altro perché gli effetti della crisi dovuta ai mesi di lockdown hanno iniziato a farsi sentire da tempo.

Nel corso della mattinata odierna si è tenuto l'ennesimo summit sulle nuove linee guida che l'Unione europea ha immaginato per questo settore. Il tutto guarda al concetto di sostenibilità, ma a che prezzo? Questa è una delle questioni aperte nel corso di queste settimane. Ferma contrarietà al piano è arrivata dagli esponenti di vertice di Fratelli d'Italia, la formazione che ha rivendicato in una nota di essere stata il "il primo partito" a domandare sin da tempi di non sospetti di ritardare il Green Deal, il piano della commissione europea presieduta da Ursula Von Der Leyen.

Il Green Deal contiene al suo interno la "Farm to Fork". La motivazione sostenuta da Carlo Fidanza, capogruppo di Fdi al Parlamento europeo, da Nicola Procaccini, parlamentare europeo, ex sindaco di Terracina e membro della commissione Agricultura del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles e dai parlamentari Sergio Berlato e Pietro Fiocchi, entrambi membri della Commissione Ambiente e sicurezza alimentare, è poggiata su un assunto di base: "...riteniamo assurdo che nonostante la pandemia e i suoi terribili effetti economici Bruxelles persista nel voler imporre la sua linea ideologica contro le imprese. Una furia che non ha risparmiato neppure il comparto agroalimentare, che tutti a parole ringraziano per aver continuato a rifornire cibo i cittadini europei" . Questa la critica nel metodo. Ma nel merito? Quali sono le complicazioni che una riforma del genere porterebbe in dote?

Fratelli d'Italia ha sciorinato un elenco dettagliato delle problematiche celate nel "Farm to Fork": "Nuovi oneri burocratici e costi gravosi a carico delle aziende, un pericoloso pregiudizio contro gli alimenti di origine animale, schemi nutrizionali obbligatori come il Nutriscore da applicare alle etichette". E ancora: "Un attentato alla dieta mediterranea, una ricetta sbagliata che rischia ancora una volta di penalizzare le eccellenze del nostro Made in Italy per favorire un livellamento dei sapori e delle abitudini alimentari dei popoli europei a vantaggio dei soliti colossi della produzione e della grande distribuzione".

Quello sferrato dall'Unione europea sarebbe insomma un vero e proprio attacco mosso alle tipicità.

Gli eletti a Bruxelles del partito guidato da Giorgia Meloni non hanno intenzione di far passare la novità in sordina, e si preparano ad un'aspra battaglia tra le sedi nel potere del Vecchio continente.

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