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"Soumahoro? Fratoianni credeva che lui portasse voti..."

Il filosofo: "I partiti sono ormai comitati elettorali con obiettivi di brevissimo periodo"

"Fratoianni credeva che lui portasse voti..."

Il caso Soumahoro impone alla sinistra l'ennesima domanda sulla selezione della classe dirigente. Per il professor Massimo Cacciari, il problema è strutturale e non riguarda soltanto una parte.

L'ennesimo paladino di sinistra che viene messo in discussione. Siamo alla figurina che si sgonfia?

«Guardi, io non so se Soumahoro sia una figurina. Non ho idea di chi sia questo signore e di cosa abbia fatto. Può accadere un caso poco chiaro anche nel miglior partito del mondo, in una situazione politica perfetta. Un ragionamento politico - in nessun caso - può essere declinato su una persona o su un gruppo composto da qualche persona. C'è un ragionamento di sistema da fare, semmai».

Ossia?

«Non c'è più nessuna struttura politica organizzata, nel senso che si intendeva una volta e nel senso proprio del termine. E cioè non c'è nessuna forza politica con un processo di selezione interno che abbia una sua logica e una sua forma. I partiti ormai sono gruppi di persone che hanno un solo obiettivo: sfangarsela alle elezioni prossime venture. Stanno diventando comitati elettorali, e questo vale per tutti».

Però la destra italiana ha una storia militante divenuta vincente da poco. La sinistra non più.

«Secondo me sono soltanto impressioni. Fdi due anni fa aveva il 4%. Condizioni straordinarie hanno condotto quel partito a dov'è ora. Questi voti di adesso sono scritti sulla sabbia, perché nessuna forza politica ha una strategia di lungo periodo in grado di costruire gruppi solidi e stabili».

Che consiglio darebbe però a sinistra.

«A sinistra, a destra... Cosa vuol dire? Sono concetti evaporati. Tutte le forze inseguono i voti. E di volta in volta i partiti assumono i tratti che ritengono utili per raggiungere obiettivi di brevissimo periodo. La sinistra a cui mancano i voti del centro diventa di centro, la destra a cui mancavano i voti delle periferie diventa popolare e così via. In base a che cosa? L'utilità di brevissimo periodo, quella ottenuta mediante la modifica dell'immagine, nient'altro che l'immagine».

E questo stato di salute può interessare anche la scelta delle candidature, come con Soumahoro? Bonelli e Fratoianni sembrano pentiti...

«Ma cosa vuole che pensi Fratoianni! Fratoianni è l'ultimo esponente di uno di questi comitati elettorali, un po' Pd un po' di sinistra, che, quando ci sono le elezioni va a caccia di voti, e avrà pensato che questo personaggio gli portasse dei voti. Punto».

Considerato il quadro che descrive, cosa dobbiamo aspettarci in prospettiva?

«Dobbiamo attendere qualche mutamento radicale. Ormai è evidente che viviamo in una crisi di sistema che riguarda tutti gli assetti del nostro Stato. Anche quelli che sembravano più lontani dalla crisi come ad esempio la magistratura. Dobbiamo attenderci dei mutamenti di Stato che possono avvenire in modo governato, se i partiti capiscono in che condizione si trovano e si rapportano alla società civile in modo serio e responsabile, e riformando i propri ceti dirigenti. Oppure ci sarà qualche rottura traumatica.

E questo vale per l'Italia ma anche per l'Europa».

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