«Mi confermo ignorante. Non capisco la politica italiana»: è la confessione di Papa Francesco che, sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Romania, nella conferenza stampa con i giornalisti risponde a una domanda sull'ostentazione in campagna elettorale di simboli religiosi. «Non capisco la politica italiana», continua il Pontefice che aggiunge: «È vero, devo studiarla ma non posso dare una opinione» sull'argomento perché «senza informazione sarebbe imprudente da parte mia». Francesco ha poi ribadito di leggere «solo due giornali: quello di partito, l'Osservatore Romano» (invitando i cronisti a leggerlo) e il Messaggero «che ha titoli grossi e io lo sfoglio e vedo, ma non entro in queste notizie di propaganda elettorale o di cosa fa un partito». «Ma io prego per tutti perché l'Italia vada avanti - ha continuato - e che gli italiani si uniscano e siano leali».
Nella conferenza il Pontefice ha anche puntualizzato sulla presunta udienza con il vicepremier Matteo Salvini, dopo le indiscrezioni che volevano il Papa contrario all'incontro. «Non ho sentito nessuno del governo, eccetto il premier, che abbia chiesto udienza. Nessuno. Non ho ricevuto niente dai viceministri e neppure dagli altri ministri». «Per avere udienza - ha spiegato il Pontefice - si deve parlare con la segreteria di stato. Conte l'ha chiesta e gli è stata data come indica il protocollo», ha continuato. L'udienza con il premier Giuseppe Conte «è stata bella, è durata un'ora o forse di più. È un uomo intelligente, un professore che sa di cosa parla». In serata la replica del vicepremier Salvini: «Sarei felice e onorato di incontrare il Pontefice».
La politica è stata lungamente al centro dei ragionamenti di Francesco. «Dobbiamo aiutare i politici a essere onesti e a non fare campagne con bandiere disoneste» come «la calunnia, la diffamazione, gli scandali». «Tante volte i politici seminano odio e paure e questo è terribile - ha sottolineato - La politica non dovrebbe farlo mai» mentre dovrebbe «seminare solo speranza, giusta ed esigente». Il Pontefice ha poi aggiunto che «in tanti Paesi la malattia della politica è la corruzione.
E questo è dappertutto!». Infine un'esortazione ai giornalisti: «Oggi la comunicazione - ha sottolineato il Pontefice - va indietro. Vi auguro invece di andare avanti perché la vita ha bisogno di meno contatti e più comunicazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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