Elezioni Regionali 2018

Friuli, trionfa il centrodestra. Salvini: due di picche ai dem

Il leader: «Dopo il Molise altro saluto a Grillo e compagni» Il neo governatore: «L'offerta di dialogo resta per il M5s»

Friuli, trionfa il centrodestra. Salvini: due di picche ai dem

Matteo Salvini dà il due di picche a Movimento 5 stelle e Pd e fa man bassa in Friuli Venezia Giulia, dove il candidato presidente, Massimiliano Fedriga, incassa un 57% quasi bulgaro e la Lega si attesta come primo partito al 35%, staccando i pentastellati che restano al 7% e il Pd al 19.

Dal suo profilo Twitter il leader del partito del Carroccio lancia il suo simbolo di vittoria: un bel due di picche che dedica agli avversari. «Dopo i molisani scrive - anche donne e uomini del Friuli Venezia Giulia ringraziano il Pd per l'egregio lavoro svolto e salutano Di Maio e compagni. Grazie».

Con la vittoria della Lega nella regione del Nord anche i giochi di governo sembrano farsi più semplici. «Ha fatto bene Matteo a non fidarsi dei 5 stelle sono le voci che corrono tra i leghisti e a rimanere con Berlusconi». Che succederà, dunque, adesso? «Io credo spiega il neoletto deputato Gianni Tonelli che il presidente Mattarella non opterà per un governo di ripiego. Penso che sapesse ciò che sarebbe accaduto e che abbia atteso anche per sgomberare pubblicamente il campo dalla possibilità dei cosiddetti due forni». E prosegue: «Qualcuno (Di Maio, ndr) voleva continuare a tenere i piedi in due staffe. Credo che l'esperimento che il presidente ha fatto di valutare la possibilità di un accordo tra 5 stelle e Pd sia stato fatto per sgomberare il campo e dire: o c'è un forno o si va a votare. E l'unico forno è quello del centrodestra unito». A Di Maio, secondo i leghisti, non resta che accodarsi «e accettare il pacchetto completo, compresa Forza Italia». Fedriga è esplicito: «L'offerta di dialogo resta aperta al M5s, non al Pd».

Una formula, quella delle due facce, che alla Lega non piace. «Lo dimostrano i risultati del Friuli Venezia Giulia dice l'economista e deputato Claudio Borghi - Gli ingredienti erano quelli giusti. La popolazione era stanca di un governo pessimo da parte del Pd, il candidato è una persona eccellente, un esempio di cosa bisogna fare e proporre anche per il governo della Nazione. Servono prosegue - ottime persone, che facciano una forte differenza rispetto a quello che si vede adesso e che non abbiano paura di dire le cose come stanno. Fedriga è sempre stato quello».

Ora bisognerà capire se Di Maio accetterà di accodarsi al centrodestra, rinunciando alla pretesa di voler fare per forza il premier o se opterà ancora per la linea dura. La vittoria in Friuli, peraltro, dimostra proprio come l'effetto di scelte sbagliate possa fare il brutto o il cattivo tempo. L'unica linea vincente, a quanto pare, è quella della linearità. «Salvini dicono fonti vicine alla Lega - ha mantenuto la sua barra dritta, scegliendo di non tradire gli alleati. È un simbolo di maturità e rispetto verso il Paese». E se i 5 stelle decidessero di rinunciare alla premiership e di provare a trovare un accordo? «Se ne può sempre parlare proseguono - ma a patto che Di Maio la smetta di mettere veti su Berlusconi e Forza Italia». «Che sarebbe andata bene tiene a dire l'onorevole leghista Eugenio Zoffili lo avevamo capito dalla vicinanza della gente. Girando per una settimana per i mercati e le città del Friuli Venezia Giulia abbiamo avuto solo riscontri positivi che si sono concretizzati col risultato ottenuto.

Sul governo? Lasciamo a Salvini le decisioni del caso».

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